Con Macron ma non come Macron. Dopo l'accoglienza non certo tenera riservata da molti esponenti del Pd alla sua presa di distanza dal presidente francese, Nicola Zingaretti ha confermato le sue idee, intervistato ieri alla Festa del "Fatto Quotidiano". "Alle Europee - ha ripetuto - il Pd dovrà costruire un’alleanza con tutte le forze europeiste, anche con Macron. Ma noi siamo diversi da lui: quindi sì difendere l’Europa con Macron, ma non fare diventare il Pd quella cosa lì"!.
Il presidente della regione Lazio ha un progetto per conquistare la segreteria del Pd. "Si parte il 13 e 14 ottobre a Roma con ‘Piazza grande’. Voglio ricostruire valori e classe politica. Sono vecchi quelli della ditta (i bersaniani, ndr) e vecchi quelli che si sono proclamati nuovi". Come Carlo Calenda, non esclude il cambio di nome al partito. "Non lo escludo affatto, ma solo al termine di un percorso. Se questo porterà a un'identità diversa, vedremo se si dovrà cambiare il nome al partito".
Conferma infine anche la volontà di dialogo con i Cinquestelle. "Sono convinto - dice Zingaretti - che gli elettori del M5S e quelli della Lega e della destra non siano la stessa cosa. Voglio aprire un confronto, ma non per accordicchi, piuttosto per una sfida culturale".