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Cena Arcore va di traverso a M5S

17 settembre 2018 | 17.50
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(Fotogramma)
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La cena di Arcore tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini va 'di traverso' ai 5 Stelle. Sebbene il leader del M5S e vicepremier Luigi Di Maio abbia negato l'esistenza di malumori per l'incontro andato in scena ieri sera a Villa San Martino tra il presidente di Forza Italia e il segretario leghista, partner di governo dei grillini, nel gruppo parlamentare pentastellato - così come tra alcuni esponenti del governo - il fastidio è palpabile. Così come il duello sulle misure economiche da inserire nella manovra, oggetto di un braccio di ferro tra i due partner di governo (Tria permettendo). Oggi proprio sulla legge di bilancio è previsto, a palazzo Chigi, un vertice di maggioranza, voluto dal premier Giuseppe Conte.

I timori M5S riguardano soprattutto le presunte 'garanzie' per le aziende che il Cav avrebbe chiesto al leader leghista nell'ottica di un accordo per le regionali tra Fi e Lega. Con la paura di veder sacrificati i cavalli di battaglia grillini sull'altare di un'intesa tra le due forze di centrodestra che, a detta di diversi portavoce M5S, non si è mai incrinata, nemmeno dopo la nascita del governo gialloverde. Ne è sicura la senatrice Paola Nugnes, per la quale il vertice di Arcore "è la prova provata che l'asse Salvini-Berlusconi non si è mai davvero spezzato", dice all'Adnkronos. Alla domanda se questa intesa possa minare l'alleanza di governo tra M5S e Lega, la parlamentare campana osserva laconicamente: "Vedo che è un alleanza che resiste a molte cose".

A Nugnes fa eco un altro esponente della cosiddetta ala ortodossa vicina al presidente della Camera Roberto Fico, Giuseppe Brescia: "Noi - spiega all'Adnkronos il presidente della Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio - siamo sempre stati chiari sul nostro rapporto con Berlusconi: non abbiamo mai voluto parlarci. Gli altri sono liberi di fare ciò che vogliono, non possiamo mica costringere tutti a comportarsi come noi. Auspichiamo che il nostro alleato di governo abbia gli stessi obiettivi che abbiamo noi, ovvero debellare dalla politica chi l'ha usata per fare i propri affari e non il bene dei cittadini".

Per Brescia sull'introduzione di un tetto alla pubblicità in tv e "sul taglio dei fondi ai giornali non c'è da trattare, è la nostra posizione da sempre. Il tema dell'eliminazione del finanziamento all'editoria l'ho curato io in prima persona nella passata legislatura. Ora Crimi sta portando avanti la linea storica del M5S, che è contenuta nel contratto di governo", sottolinea.

Mette le cose in chiaro anche la deputata M5S Doriana Sarli: "Noi siamo sempre stati distanti da Berlusconi e quindi non temiamo una 'berlusconizzazione' del Movimento. Le nostre posizioni rispetto ai tagli dei fondi ai giornali non le trattiamo. Auspicando la correttezza dei nostri contraenti del contratto di governo".

Secondo la senatrice Elena Fattori il "passaggio di consegne" da Berlusconi a Salvini alla guida del centrodestra potrebbe comportare "uno scambio di qualche genere e immagino anche che la tutela delle aziende di Berlusconi possa essere un buon compromesso": il "problema dell'M5S è di 'leghizzazione', ovvero di una eccessiva vicinanza alla Lega", osserva Fattori con l'Adnkronos, spronando i vertici del Movimento a un cambio di passo.

"Oltre che annunciarle, dobbiamo vincere le nostre battaglie - rimarca Fattori-. Reddito di cittadinanza, anticorruzione, conflitto di interessi, riforma della prescrizione. Dobbiamo tutti impegnarci molto a marcare le differenze e ottenere risultati".

La manovra economica sarà il primo importante banco di prova per testare la solidità dell'alleanza di governo tra M5S e Lega. Ma la strada si preannuncia in salita, a giudicare dalle polemiche delle ultime ore. Ad esempio, la proposta del sottosegretario leghista all'Economia Massimo Bitonci di fissare a un milione di euro il tetto della cosiddetta 'pace fiscale' non è piaciuta affatto ai grillini.

Eloquenti le parole di Di Maio in merito: "Il Movimento 5 Stelle - ha scandito il capo politico M5S - non è disponibile a votare nessun condono. Se stiamo parlando di pace fiscale, di saldo e stralcio siamo d'accordo, ma se parliamo di condoni non siamo d'accordo". A sollevare perplessità tra i 5 Stelle sarebbe stata anche la proposta della Lega di riservare il primo 'assaggio' di flat tax alle sole partite Iva rinviando quella per le persone fisiche. Nodi che il vertice sulla legge di bilancio in programma oggi a palazzo Chigi è chiamato a sciogliere.

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