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Conte all'Onu: "Populismo è nella Costituzione"

26 settembre 2018 | 21.02
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Quando qualcuno ci accusa di sovranismo e populismo amo sempre ricordare che sovranità e popolo sono richiamati dall’articolo 1 della Costituzione italiana, ed è esattamente in quella previsione che interpreto il concetto di sovranità e l’esercizio della stessa da parte del popolo". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, parlando all'Assemblea generale dell'Onu a New York.

"Tale impostazione - ha assicurato - non modifica la tradizionale posizione dell’Italia all’interno della comunità internazionale e di conseguenza nei confronti delle Nazioni Unite. Sicurezza, difesa della pace e dei valori che meglio la preservano, promozione dello sviluppo e dei diritti umani sono obiettivi che condividiamo e vogliamo continuare a perseguire con coraggio e convinzione, dal piano nazionale a quello globale".

"E' un onore per me - ha aggiunto - intervenire oggi davanti a questa Assemblea facendomi portavoce della volontà del governo e del popolo italiano di confermare il proprio impegno accanto e a favore delle Nazioni Unite".

MIGRANTI - "Da anni l’Italia - ha detto il presidente del Consiglio italiano - è impegnata in operazioni di soccorso e salvataggio nel Mar Mediterraneo ed ha sottratto così alla morte decine di migliaia di persone, spesso da sola, come è stato più volte riconosciuto dalle stesse istituzioni europee allorché hanno affermato che l’Italia aveva 'salvato l’onore dell'Europa'".

"I fenomeni migratori con i quali ci misuriamo - ha quindi avvertito - richiedono una risposta strutturata, multilivello e di breve, medio e lungo periodo da parte dell’intera Comunità internazionale. Su tali basi sosteniamo i Global Compact su migrazioni e rifugiati".

"Si tratta - ha sottolineato Conte - di una sfida che può e deve essere raccolta con un approccio di 'responsabilità condivisa', in una logica di partenariato tra Paesi di origine, transito e destinazione dei flussi, che tenga conto dell’esigenza prioritaria di garantire la dignità delle persone ma anche con la ferma determinazione di combattere chi questa dignità e la stessa esistenza calpesta con il traffico di esseri umani".

DIRITTI UMANI - "Nel settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, questa volontà si è tradotta nella candidatura dell’Italia al Consiglio diritti umani. Il rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo - ha assicurato il presidente del Consiglio - è uno dei pilastri sui quali si fonda la Repubblica Italiana, il nostro faro, anche e soprattutto oggi che siamo chiamati ad affrontare le sfide immani poste dalle gravi e prolungate crisi nell’area euro-mediterranea, inclusi i flussi migratori".

DIALOGO E MUTUA RESPONSABILITA' - "L’Italia - ha sottolineato Conte -persegue gli obiettivi di pace e sviluppo sul piano internazionale anche nei momenti di restrizioni di bilancio. Siamo saldamente all’ottavo posto come contributore al bilancio ordinario delle Nazioni Unite e a questo impegno aggiungiamo iniziative di sviluppo realizzate sia in via bilaterale sia attraverso le Agenzie delle Nazioni Unite. Iniziative che sono ispirate dagli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030. La povertà, le diseguaglianze, la disoccupazione e gli effetti devastanti del cambiamento climatico sono mali che riguardano ogni Paese, indipendentemente dal grado di sviluppo".

"La 'logica dell’assistenza' - ha avvertito - deve essere superata in una 'prospettiva di mutua responsabilità' e di partenariato, come l’Italia sta promuovendo ad esempio nel continente africano, affinché ciascuno faccia la sua parte al meglio delle sue possibilità e capacità". L’Italia, ha sottolineato Conte, "è fiera di essere tra i principali contributori alle operazioni di peacekeeping. Un impegno sostenuto ormai da molti anni e per il quale raccogliamo l’apprezzamento, per noi essenziale, in primo luogo delle comunità locali presso le quali ci troviamo ad operare".

"L’Italia -ha rimarcato il premier.- è un paese che ha nel suo DNA la promozione del dialogo e dell’inclusività nei contesti politici di crisi. Tali principi sono essenziali quando si affronta la grave e generalizzata situazione di instabilità che caratterizza oggi un'area vitale per la sicurezza e la prosperità dell'Italia e dell'intera Europa qual è il 'Mediterraneo allargato'''.

MULTILATERALISMO - "In un contesto globale sempre più frammentato, multipolare e in continua evoluzione, siamo, infatti, convinti che la Comunità internazionale abbia bisogno di un multilateralismo effettivamente efficace e di Nazioni Unite rafforzate nel loro ruolo di pilastro di un sistema internazionale fondato sulla pace, la giustizia e l’equità", sottolinea Conte.

CAMBIAMENTO - "Le responsabilità condivise, nella prospettiva di costruire società 'pacifiche', 'eque' e 'sostenibili' rappresentano un richiamo che condividiamo e che assumiamo come invito 'al cambiamento'. Lo stesso spirito di cambiamento - dice - che caratterizza l’azione del governo da me guidato".

"Ma questa responsabilità - avverte - ce la dobbiamo assumere anche con riferimento alla riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per la quale l’Italia continuerà a impegnarsi a fondo, dialogando con tutti gli Stati Membri, per raggiungere l’obiettivo di una riforma condivisa".

"Il percorso verso un 'multilateralismo efficace', al quale tutti dobbiamo aspirare - ha sottolineato Conte - non può prescindere, infatti, dall’esigenza che ogni membro della 'famiglia umana' possa riconoscere nelle Nazioni Unite una reale leadership globale a cui guardare con rinnovata fiducia".

IRAN - Sull'Iran "sapete che c'è una posizione molto chiara degli Usa, molto conflittuale riguardo l'accordo sulla non proliferazione. La posizione dell'Italia è in linea con l'Unione europea'', ha aggiunto in conferenza stampa.

LIBIA - "Nelle prossime settimane - ha spiegato ancora - l'Italia ospiterà una Conferenza sulla Libia che avrà come obiettivo principale proprio quello di sostenere un percorso politico condiviso tale da contribuire a stabilizzare politicamente il Paese. Tale percorso sarà fondato sul più ampio coinvolgimento degli stessi attori libici, che restano i padroni del loro destino, e sulla centralità delle Nazioni Unite, il cui Piano d'Azione costituisce l'elemento verso cui far convergere i contributi dei principali stakeholders internazionali e regionali".

SIRIA - "Il lungo conflitto che da sette anni tormenta la Siria - ha affermato - dimostra tutti i limiti delle soluzioni militari. Abbiamo il dovere di sostenere l'azione dell'Onu e del suo inviato De Mistura"

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