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Di Maio a dissidenti: "Rispettate maggioranza"

03 novembre 2018 | 14.13
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(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

La dialettica? Fa parte della normale natura del Movimento Cinquestelle. A sostenerlo è il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, che intervistato da Bruno Vespa per il libro 'Rivoluzione', in uscita il 7 novembre, lancia un messaggio ai dissidenti del partito. "Il contratto di governo è stato approvato dal 94 per cento degli iscritti. Il 6 per cento contrario si riflette ovviamente anche nel nostro gruppo parlamentare. Però attenzione. Non si può accettare che vengano presentati ottanta emendamenti nella speranza che alla fine ne vengano approvati un paio. Questo può farlo chi sta all'opposizione, non la maggioranza. Se accettassimo questo modo di procedere, faremmo passare per sciocchi tutti quelli che non si comportano in questo modo. Sto cercando perciò di tutelare gli altri parlamentari. Al tempo stesso non mi meraviglio, perché nel Movimento certe cose possono accadere e sono accadute in passato. L'importante è rispettare il programma e il contratto di governo di fronte agli italiani".
Vespa fa presente a Di Maio che - al di là dei dissidenti più espliciti - anche le posizioni di Fico e Di Battista non sono sempre allineate. "Non ci siamo mai divisi in correnti e non ho mai visto differenze di vedute importanti", risponde Di Maio, che aggiunge: "L'importante è che al momento del voto si rispetti l'opinione della maggioranza. Abbiamo fatto un contratto proprio per non aprire un dibattito su ogni singolo tema. Se cominciassimo a litigare adesso, gli italiani non ce lo perdonerebbero". "Pericoli di scissione?", chiede Vespa. "No, assolutamente. Tutti quelli che si sono messi fuori sono scomparsi", rimarca il leader grillino.

LA REPLICA DEI 'RIBELLI' - A Paola Nugnes, una degli ortodossi 5 Stelle contrari al dl sicurezza, non sono piaciute le parole di Di Maio: "Vespa - dice all'Adnkronos - è esattamente il presentatore televisivo da cui noi avevamo promesso di non andare. E non trovo carino dire che chi si è fatto fuori dal Movimento è scomparso. Sarà scomparso all'orizzonte visivo di Di Maio ma non è detto che non operi o lavori per portare avanti ideali sociali e politici importanti. Un po' di rispetto gioverebbe a tutti".
"Non abbiamo mai presentato 80 emendamenti", replica ancora Nugnes. "Io - spiega - ne avevo presentati 28 che poi ho ridotto a 8 e così credo che altri colleghi ne abbiano presentati qualche decina. Nella dialettica parlamentare c'è tutto un iter che viene rispettato, soprattutto quando si fa parte di una maggioranza. Ma con questo provvedimento si sono inaspriti i toni e si è fatto muro contro muro".

"Il programma è l'unico candidato e rispettiamo il programma. In un contratto di governo va fatta sintesi dei programmi delle due parti e non spartizioni in comparti stagni", rimarca la senatrice ortodossa, che rispondendo sempre a Di Maio fa notare come il contratto di governo "non sia stato votato dal 94 per cento degli iscritti ma dal 94 per cento del 33 per cento che ha votato: il che equivale al 27 per cento... Questo lo vorrei dire una volta per tutte".

Dello stesso tenore la replica della collega Elena Fattori. "La maggioranza del gruppo parlamentare - afferma all'Adnkronos - non si è mai confrontata sul provvedimento né su modifiche. Ogni richiesta di dibattito è stata stroncata sul nascere dicendo che l'impianto" del dl sicurezza "non era modificabile prima ancora che arrivasse in commissione. Sarebbe stato bello potere rispettare l'opinione della maggioranza ma in questo caso non c'è stata. Speriamo in un maggior rispetto del gruppo parlamentare e delle regole nei prossimi provvedimenti".

Quanto alla frase di Di Maio secondo cui "tutti quelli che si sono messi fuori" dal M5S "sono scomparsi", Fattori lancia un'altra frecciata al capo politico: "Siamo tutti al secondo mandato e destinati presto alla sparizione dalle scene. Per me quando questo avverrà sarà un piacere continuare a fare politica e attivismo 5 Stelle da cittadina, come avevo cominciato. Spero questo piacere sia condiviso da tutti".

Non si fa attendere anche la risposta del senatore Gregorio De Falco: "In una prospettiva di Movimento si dovrebbe leggere il programma e il contratto per decidere e capire chi sta fuori e chi sta dentro. Invece, in una prospettiva di più ampio respiro, da cittadino, bisognerebbe anche andare a verificare quali sono i principi costituzionali che queste norme rischiano di violare. Anzi, violano", commenta con l'Adnkronos l'ex capitano di fregata.

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