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"Infimi sciacalli", Di Maio attacca i giornalisti

10 novembre 2018 | 16.08
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"Contento di averti sempre difesa e di aver sempre creduto in te". Lo scrive in un post su Facebook, Luigi Di Maio, capo politico del movimento 5 Stelle, dopo l'assoluzione della prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, ricordando i "due anni di attacchi alla sindaca più massacrata di Italia". "La magistratura ha fatto il suo dovere e la ringrazio, ha solo seguito quello che andava fatto d’ufficio" sottolinea Di Maio.

"Il peggio in questa vicenda - scrive il vicepremier in un durissimo attacco alla stampa - lo hanno dato invece la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi".

"La vera piaga di questo Paese" per il ministro del Lavoro "è la stragrande maggioranza dei media corrotti intellettualmente e moralmente. Gli stessi che ci stanno facendo la guerra al governo provando a farlo cadere con un metodo ben preciso: esaltare la Lega e massacrare il Movimento sempre e comunque".

Di Maio parla di "pagine e pagine di fake news, giornalisti di inchiesta diventati cani da riporto di mafia capitale, direttori di testata sull’orlo di una crisi di nervi". "Presto - scandisce - faremo una legge sugli editori puri, per ora buon Malox a tutti". Poi ai microfoni del Tg1 torna sulle sue parole contro i giornalisti. "Sono toni giustificati verso una parte della stampa", che ha pubblicato "una serie di balle che si rivoltano contro chi le ha raccontate" dice Di Maio.

"Una legge che difenda gli editori puri è la strada maestra per uscire dall'impasse sull'editoria che riconosciamo. Prendo atto e mi affianco ad una visione di ampio respiro" commenta all'Adnkronos Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera. "Dopo le chiare parole di Di Maio sono certo che torneremo a parlare della materia con i 5 Stelle dopo l'intenso lavoro che vedrà impegnati i due movimenti su una legge di Bilancio che deve iniziare a dare i segnali di cambiamento sull'economia", aggiunge il leghista.

Intanto l'attacco di Di Maio alla stampa ha scatenato reazioni da più parti. Carlo Verna, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, commenta: "Gli insulti del ministro Di Maio si commentano da soli come è stato già stigmatizzato dai colleghi della Fnsi. Sono espressi nell'esercizio del suo mandato e per questo non prendo iniziativa di trasmetterli al consiglio di disciplina dell'Ordine dei giornalisti della Campania cui è iscritto". "Ma, mentre da cittadino mi chiedo se sia questo il modo di esercitare un alto mandato, da presidente dei giornalisti - conclude Verna - gli chiedo di valutare seriamente la possibilità di lasciare spontaneamente la nostra comunità, nella quale ha diritto di stare, ma in cui chi si comporta così non è assolutamente gradito".

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