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Salvini a Berlusconi: "Io non mollo"

11 novembre 2018 | 18.57
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Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)

Salvini non ci sta. Dal palco della scuola politica della Lega replica a Silvio Berlusconi che aveva parlato di "un clima illiberale". "In Italia non c'è nessun rischio dittatura - assicura il ministro dell'Interno Matteo Salvini -, semmai una velata dittatura, fondata sulla paura, sulla precarietà, sulla mancanza di speranza e ce l'hanno consegnata i governi precedenti". Respinge al mittente anche l'idea, prospettata dal Cavaliere, di una durata breve del governo gialloverde. "Sono convinto" che questo "esecutivo non potrà durare 5 anni" ha detto Berlusconi, ma Salvini lo gela: "Io non mollo di un centimetro, saranno altri a mollare". "Se firmo un impegno con gli italiani lo rispetto e non passo all'incasso, io sto qui e governo per i prossimi cinque anni". "Il centrodestra mi aveva dato mandato per provare a mettere in piedi un governo con i 5 stelle: sto rispettando questo mandato penso portando alta la bandiera anche di molte battaglie che c'erano nel contratto di governo del centrodestra". Tante le riforme da fare. "Dovremo rimettere mano a quella della scuola e dell'Università. Negli ultimi anni la scuola e l'università sono stati serbatoi elettorali e sindacali" attacca il ministro dell'Interno, annunciando tra le "questioni da affrontare" anche "l'abolizione del valore legale titolo di studio".

Si tira fuori con eleganza dalla polemica, nata dagli attacchi alla stampa del M5S. "A noi i giornalisti stanno simpatici, anche perché ci trattano sempre bene - dice sornione dal palco del Carroccio -. Noi siamo dei signori". E torna ad attaccare la politica economica europea. "Se tutte le manovre dei geni che ci hanno preceduto a cui Juncker batteva le manine hanno massacrato l'economia, non abbiamo il diritto ma abbiamo il dovere di fare l'esatto contrario". D'altra parte il governo sarà chiamato a dare una risposta all'Unione europea a proposito della manovra e su questo, assicura, "non andiamo lì cocciuti, dicendo o è così o è pomì". "Manca" solo "l'ispettore Derrick e il tenente Colombo e poi ce li abbiamo tutti" dice riferendosi all'ipotesi che gli ispettori Ue possano arrivare a Roma e 'aprire' una procedura contro l'Italia per eccesso di debito. Salvini non si lascia scappare alla fine l'ennesima stoccata al presidente della Commissione europea. "Io la letterina l'accetto da Babbo Natale non da Juncker - avverte -. Babbo Natale è più vero di lui, mangia castagne e beve vino brûlé, ma pochino...". 

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