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Centrodestra a pezzi

12 novembre 2018 | 07.43
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Foto di repertorio (Fotogramma)
Foto di repertorio (Fotogramma)

Lite a distanza tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Il primo a sferrare l'attacco è il Cavaliere, a margine del congresso nazionale dei giovani di Fi a Roma: "Se si continua così, siamo davvero all'anticamera di una dittatura". Il riferimento è agli attacchi di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista alla stampa dopo l'assoluzione di del sindaco Virginia Raggi. Poi il monito: "Sono convinto" che questo "esecutivo non potrà durare 5 anni". "La Lega si accorgerà presto di non poter tradire il programma del centrodestra presentato ai nostri elettori", ha aggiunto sottolineando: "Questo governo cadrà e allora ci saranno due possibilità. La prima: un mandato al centrodestra che trovi i voti necessari in parlamento per formare una maggioranza, oppure si andrà a nuove elezioni".

Ma Salvini non ci sta: "Berlusconi che parla di rischio dittatura fa ridere. Come si fa a dire così, qualcuno confonde serietà e ordine" con dittatura. "Per essere una dittatura è una dittatura felice", ha aggiunto ironicamente il ministro dell'Interno che poco prima aveva detto: "Berlusconi parla addirittura di rischio 'dittatura' in Italia? Le lasci dire ai burocrati di Bruxelles e ai nostalgici di sinistra queste esagerazioni, l’Italia con la Lega al governo sarà sempre democratica e mai più serva di nessuno".

Poi, dal palco della scuola politica della Lega, è tornato sull'argomento: "In Italia non c'è nessun rischio dittatura, semmai una velata dittatura, fondata sulla paura, sulla precarietà, sulla mancanza di speranza e ce l'hanno consegnata i governi precedenti". E respinge anche al mittente l'idea di una durata breve del governo gialloverde: "Io non mollo di un centimetro, saranno altri a mollare". "Se firmo un impegno con gli italiani lo rispetto e non passo all'incasso, io sto qui e governo per i prossimi cinque anni". "Il centrodestra mi aveva dato mandato per provare a mettere in piedi un governo con i 5 stelle: sto rispettando questo mandato penso portando alta la bandiera anche di molte battaglie che c'erano nel contratto di governo del centrodestra". Salvini si è tirato fuori poi con eleganza dalla polemica, nata dagli attacchi alla stampa del M5S. "A noi i giornalisti stanno simpatici, anche perché ci trattano sempre bene - dice sornione dal palco del Carroccio - Noi siamo dei signori".

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