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Con un piede fuori dal Movimento

14 novembre 2018 | 15.22
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Nessun passo indietro. Niente mea culpa. Anzi, appena possono rilanciano. Il giorno dopo il caso del condono per Ischia, sul quale la maggioranza è andata sotto in Commissione al Senato, i dissidenti grillini affilano le armi. E non intendono mollare la presa. Resta "coerente" l'ex capitano di fregata, Gregorio De Falco, che rifiuta la logica dei "capobastone". Così come la collega grillina Elena Fattori che evocando un "clima di terrorismo psicologico" all'interno del Movimento, ringrazia De Falco e la senatrice Paola Nugnes per aver votato secondo coscienza sul dl Genova. Quest'ultima poi, replicando al capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, che ieri ha lasciato intendere che dietro il comportamento dei dissidenti potrebbero celarsi motivazioni di natura economica staglia corto: "Questa non è politica - dice all'Adnkronos - è gossip".

E mentre per Nugnes si profila la sospensione e per De Falco viene ventilata l'ipotesi di un'espulsione, il comandante fa spallucce e non sembra intenzionato a cambiare idea. "Sento di buffe esternazioni - dice all'AdnKronos - ma credo le sentenze debbano seguire non precedere le accuse. Io non sono affatto dissidente, ma coerente con le idealità del Movimento 5 Stelle". Sul condono di Ischia, che ha incassato il suo voto contrario in Commissione, De Falco spiega di avere intravisto "una deviazione rispetto ai principi e ai fondamenti del M5S, che ho sempre rappresentato".

COSA RISCHIANO I RIBELLI

Poi, rispondendo a chi gli chiede se lascerà il M5S, il comandante cita il comunicato numero 45 di Beppe Grillo: "Ogni eletto - rimarca con forza - deve rispondere al programma e alla propria coscienza e ha la libertà di esprimersi in Parlamento senza chiedere il permesso a nessun capobastone". Dalla parte di De Falco e di Nugnes, che ieri si è astenuta dal voto, si schiera un'altra ribelle pentastellata, Elena Fattori, che in un post pubblicato su Facebook ringrazia i colleghi, "che hanno seguito la loro coerenza e hanno pensato prima al bene dei cittadini e dell'ambiente che agli ordini di scuderia".

Anche Nugnes, contattata in serata dall'Adnkronos si sfoga e fa sapere di aver "restituito tutto" e di essere "davvero stanca di discorsi politici che vengono portati a discorsi personali. Questa non è politica è gossip" smentendo l'ipotesi ventilata da Di Maio che dietro il comportamento dei dissidenti possano celarsi motivazioni di natura economica.

Toni roventi, insomma, che fanno infuriare i vertici. "Io sono anche probiviro, non posso anticipare le decisioni che il collegio prenderà - rimarca il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro -. Ma posso dire una cosa generica: se qualcuno nel Movimento non si trova più bene, fa un passo indietro, va a casa e dà il posto a qualcun altro. Mi sembra che la coerenza voglia questo, poi decideranno i senatori coinvolti. Vedremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni".

Sulla stessa lunghezza d'onda Carlo Sibilia: "Chi ha deciso di anteporre i propri interessi a quelli del Paese dovrebbe tornarsene a casa" tuona il sottosegretario all'Interno, mentre Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari regionali e fedelissimo del vicepremier Luigi Di Maio osserva: "Noi abbiamo da tenere in piedi i conti di un Paese, non quelli della famiglia De Falco, quindi voglio dire...De Falco ci faccia lavorare". Buffagni ricorda infine le parole rivolte dall'ex comandante di fregata a Francesco Schettino: "Lui ha detto 'torna a bordo' - aggiunge durissimo il sottosegretario - io oggi gli dico 'se non ti trovi torna a casa'".

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