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Scure sui ribelli 5S

14 novembre 2018 | 19.01
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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I 'dissidenti' imbarazzano sempre di più i vertici del Movimento 5 Stelle. E' passata ormai una settimana da quando i 5 senatori - De Falco, Nugnes, Fattori, Mantero, La Mura -, dopo lo 'sgambetto' sul dl sicurezza, sono stati deferiti al collegio dei probiviri, che non ha ancora emesso la sua sentenza. Ieri il bis in Commissione a Palazzo Madama, dove De Falco e Nugnes ancora una volta si sono ribellati alla linea del Movimento sul condono a Ischia inserito nel dl Genova.

Luigi Di Maio è intervenuto spiegando che la posizione dei dissidenti è al vaglio dei probiviri, ma, secondo quanto trapela dai vertici 5 Stelle, almeno per uno di loro arriverà l'espulsione. Si tratta di Gregorio De Falco: per quanto riguarda l'ex capitano di fregata - a quanto apprende l'Adnkronos - i vertici averebbero già deciso per l'estromissione sia dal gruppo parlamentare che dal Movimento. "Lui è sicuramente fuori", viene spiegato da una fonte di primo piano del M5S, senza giri di parole.

Quella riservata a De Falco sarebbe la punizione più 'severa'. A Nugnes, infatti, potrebbe toccare una sospensione (dal gruppo e dal M5S). Si va verso una sospensione temporanea anche per gli altri tre dissidenti (Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura) che lo scorso 7 novembre hanno scelto di non partecipare al voto di fiducia al governo sul decreto Salvini. Ma una decisione definitiva non è stata ancora presa. In queste ore i vertici pentastellati stanno facendo le loro valutazioni, pallottoliere alla mano.

La maggioranza gialloverde al Senato si regge su una manciata di voti. Per questo motivo, molto probabilmente, non si assisterà a una 'cacciata' di massa dei dissidenti, come invece si è visto nel corso della passata legislatura. In gioco c'è la tenuta del governo e del Movimento 5 Stelle, anche nell'ottica dei rapporti con i partner della Lega, alla quale risulterebbe poi difficile per i grillini giustificare un 'indebolimento' della compagine parlamentare già a pochi mesi dalla nascita dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte.

Anche perché nelle prossime settimane il dissenso che già serpeggia all'interno dei gruppi pentastellati potrebbe riaffiorare su molti temi sensibili: dalla legittima difesa ai temi economici e ambientali, dalle grandi opere all''eterna' questione dei migranti. Alla Camera diversi parlamentari M5S appartenenti all'area che fa riferimento al presidente Roberto Fico stanno preparando emendamenti al dl Salvini, che dopo l'ok incassato al Senato si prepara ad approdare sui banchi di Montecitorio.

I probiviri prendono tempo per il momento. Tant'è vero che, come viene spiegato da alcuni senatori ribelli, la notifica dell'avvio dell'istruttoria non è stata ancora inviata. "Ufficialmente non mi risulta. Di solito si fa così: prima della sentenza si fa il processo, prima del processo si formula un'accusa", afferma De Falco. Anche Nugnes e Fattori, contattate dall'Adnkronos, negano di aver ricevuto comunicazioni dall'organo che dovrà decidere il loro destino.

La stessa Nugnes, inoltre, replica al capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, il quale ieri ha lasciato intendere che dietro il comportamento dei dissidenti potrebbero celarsi motivazioni di natura economica."Ho restituito tutto e sono davvero stanca di discorsi politici che vengono portati a discorsi personali. Questa non è politica è gossip" dice all'Adnkronos la senatrice 'ribelle' che spiega di aver ricevuto nelle ultime ore "tantissimi attestati di stima, non molti dai parlamentari...". Si aspettava maggiore solidarietà da parte dei colleghi? "No - risponde Nugnes -, gli stessi di sempre, c'è chi comprende c'è chi no, chi è ostile e chi ti esprime simpatia...".

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