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La mina dei rifiuti

16 novembre 2018 | 07.06
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(Fotogramma)
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Un nuovo scontro. L'ennesimo. Stavolta la mina sul percorso del governo gialloverde è l'affaire rifiuti a Napoli, tema molto caro ai 5 Stelle e a Luigi Di Maio. "Bisogna capire che serve un termovalorizzatore per ogni provincia", osserva Matteo Salvini arrivando nel capoluogo campano. "Non dovrei doverli imporre, so che sono decisioni che coinvolgono i sindaci, ma se c'è di mezzo la salute dei bimbi e c'è incoscienza da parte delle istituzioni locali, si può anche imporli. Se si trovano le localizzazioni bene, altrimenti le troviamo noi", dice il ministro dell'Interno e vicepremier facendosi portavoce del governo di Roma.

Ma Di Maio non apprezza e non fa nulla per dissimulare la tensione. "Quando si viene in Campania e si parla di Terra dei Fuochi si dovrebbero tener presenti la storia e le difficoltà di questo popolo - replica a stretto giro su Facebook - La Terra dei Fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia) non a quelli domestici. Quindi gli inceneritori non c'entrano una beneamata ceppa e tra l'altro non sono nel contratto di governo". La questione irrompe nella giornata come un fulmine a ciel sereno. Qualcuno ci legge l'intenzione di alzare la posta per ottenere di più su altri tavoli caldi. Leggi, manovra economica. Ma la polemica si allarga a macchia d'olio.

I parlamentari M5S scendono subito in campo contro gli inceneritori, compatti al fianco di Di Maio su un tema che è un vero e proprio mantra in casa 5 Stelle. Il contratto di governo parla chiaro, tuonano, ricordando che a pagina 11 del documento pilastro del governo giallo verde è prevista "la chiusura degli inceneritori e non di farne di nuovi".

Per Salvini, però, quel contratto dice altro. Inoltre, insiste il ministro dell'Interno, non va sottovalutato il rischio di infiltrazioni camorriste. "Con i 'no' non si va da nessuna parte - afferma rispolverando un'accusa mossa spesso e volentieri ai 5 Stelle - questo vale soprattutto per gli enti locali: vale per i sindaci e la Regione che hanno detto no, no e no, e i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire dalla camorra? Non penso".

Nessuna telefonata chiarificatrice tra i due, almeno all'apparenza. Solo un botta e risposta piccato che segna un crescendo di tensione. "La camorra ha investito sul business degli inceneritori. Questo è il passato che non vogliamo più - risponde infatti a stretto giro di posta Di Maio - Il futuro che vogliamo in tutta Europa è senza inceneritori e senza camorra".

Sulla vicenda si leva anche la voce di Roberto Fico, a conferma che il tema rifiuti rischia di essere un nervo scoperto per il Movimento. Il presidente della Camera va già duro. "Già' la parola 'inceneritore' non dovrebbe essere più utilizzata. Rappresenta una tecnologia osboleta e dannosa, protagonista in un passato che va superato. Parlare addirittura di cinque inceneritori in Campania, uno per provincia, significa essere nostalgici dei fallimenti del passato. Ma significa anche non conoscere un territorio, la sua storia, le sue sofferenze e le battaglie portate avanti per preservare ambiente e salute delle persone", scrive su Facebook quasi a voler rimarcare la differenza di vedute e tradizione culturale con la Lega.

"Sui rifiuti occorre fare passi in avanti, non indietro, con pratiche e sistemi nuovi - va avanti Fico - Oggi un'emergenza c'è in Campania: quella degli incendi negli impianti ed è lì che il Viminale ha una responsabilità importante che sono certo saprà fronteggiare molto meglio di come ha fatto finora".

Anche il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, fa quadrato: "Quando arriva l'inceneritore, o termovalorizzatore, il ciclo dei rifiuti è fallito. Stiamo lavorando ogni giorno per portare l'Italia, e non solo la Terra dei Fuochi, fuori dall'ormai cronico ritardo nella gestione del ciclo dei rifiuti. Riduzione, riuso, recupero, riciclo, sono le quattro R che devono diventare un mantra per tutti. Chi non è in sintonia con queste direttrici vive in un'epoca passata".

Infine il neo presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, eletto ieri anche coi voti della Lega. L'organismo che presiede, in collegamento con la commissione rifiuti, spenderà il massimo impegno sul business illegale della costruzione dei termovalorizzatori e delle discariche, assicura Morra in una nota, ricordando - non a caso - come la camorra abbia da diversi anni fiutato il guadagno facile con questo tipo di attività.

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