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Speranza e la scommessa rossoverde

10 dicembre 2018 | 17.17
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(Fotogramma)
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L'appuntamento è per domenica mattina, a Roma, Antonianum a viale Manzoni. Parte la cosa rossoverde dei bersaniani, già fuoriusciti dal Pd per dar vita a Mdp e reduci dalla rottura del progetto di Leu. Sigle. Tante. Il rischio è quello di crearne ancora un'altra, l'ennesimo partitino della sinistra. Ma Roberto Speranza ha un'ambizione più grande e un disegno che, per ora, è una scommessa. "La sinistra è stata subalterna per troppo tempo. Ora va ricostruita. Quello che c'è, non basta. Non reggerà il Pd. E anche dentro i 5 Stelle prima o poi esploderà la dialettica sinistra/destra. Ci sarà una scomposizione delle forze in campo".

E quando avverrà, questa è la scommessa, i rossoverdi saranno pronti. "Il mio nemico è la destra che avanza e siamo interessati a parlare con chi vuole costruire l'opposizione più ferma possibile alla deriva a destra a cui stiamo assistendo". L'assemblea di domenica segnerà l'avvio di un progetto nuovo, una "forza eco-socialista e del lavoro", spiega Speranza in un'intervista all'Adnkronos.
Cosa succede il 16 dicembre? "Noi proviamo a fare un'operazione di natura sia culturale che politica. La premessa è che quello che c'è oggi nel campo della sinistra non è sufficiente, che il 4 marzo c'è stato uno tsunami e che le proposte che ci sono dal lato della sinistra non bastano per costruire l'alternativa di cui c'è bisogno. Per questo, lavoriamo per far nascere una forza eco-socialista del lavoro, ci mettiamo in movimento, iniziamo un percorso per costruire quello che in Italia quello che ancora non c'è". In questo percorso ci sarà anche Pietro Grasso? "Non lo so, ma abbiamo invitato tutti".

Speranza, quali saranno le tappe? "Nasceranno comitati promotori dappertutto sui territori per questa nuova forza e poi tra gennaio e febbraio raduneremo le energie che abbiamo accolto, valuteremo lo sbocco organizzativo".
Cosa non ha funzionato in Leu? "Per noi Leu doveva essere esattamente questo. Purtroppo non ci sono state le condizioni per arrivare ad un congresso e dar vita a un nuovo soggetto della sinistra. Dentro Leu c'è chi pensa a un cartello elettorale della sinistra antagonista. Massimo rispetto, ma per noi va ricostruita una prospettiva nel paese. Serve una sinistra di governo e non una deriva settaria. Non sono queste le ragioni per cui ci siamo mossi. L'idea dell'ennesimo cartello della sinistra antagonista io la rispetto molto, ma non è la mia linea politica". Sarà De Magistris il leader di quella sinistra 'antagonista'? "Mi pare di sì. Ovviamente, non siamo nemici, ma non abbiamo la stessa prospettiva. La nostra ha una sguardo più largo".
Ma non c'è il rischio che il vostro progetto finisca per essere solo l'ennesimo partitino della sinistra? "No perché è chiaro a tutti che quello che c'è, non basta. Non reggerà il Pd così com'è perché ci sono anime diverse che, nella condizione attuale, non possono stare più insieme. E anche dentro i 5 Stelle c'è una dialettica sinistra/destra che prima o poi esploderà. Ci sarà una scomposizione delle forze in campo che ci sono ora e noi lavoreremo per questa prospettiva".

Speranza, ma non è che alla fine tornate nel Pd se Zingaretti vince il congresso? "Il punto non è tornare nel Pd, ma capire che il Pd è figlio di un tempo che non c'è più, è figlio di un bipolarismo che non c'è più. E' una storia destinata ad essere superata. Detto questo, abbiamo il massimo rispetto per il loro complicatissimo dibattito di queste ore".
E' paradossale che abbiate lasciato il Pd perché con Renzi leader non era più casa vostra e ora, forse, è Renzi che se ne va dal Pd... "Penso che la sinistra deve liberarsi della sindrome di Renzi. Il punto non è solo una leadership, il punto è che si è chiusa una stagione: la stagione in cui la sinistra è stata subalterna. C'è bisogno di un grande operazione di ricostruzione. Renzi faccia quello che ritiene più opportuno. E' legittimo che una personalità liberal democratica come al sua, cerchi una sua strada".

Pensate a liste per le amministrative? "Sì lavoriamo per questo, per presentare liste alle regionali e alle amministrative. Consideriamo le amministrative un passaggio fondamentale per evitare un ulteriore slittamento a destra. Si vota in 4000 comuni italiani".
E alle europee? Sosterrete il candidato del Pse, Franz Timmermans? "Io penso che anche le attuali famiglie europee siano figlie di un tempo che non c'è più. E il Pse in questi anni è stato troppo subalterno alla destra e in modo particolare alla Merkel. Ma dentro quella famiglia -sono stato di recente in Europa per un incontro con il capogruppo del Pse, Udo Bullman- ci sono comunque le cose più interessanti del socialismo europeo da Corbyn a Sanchez".

Non rientrate nel Pd ma un'alleanza con il Pd di Zingaretti in prospettiva c'è? "Come ho detto il Pd, secondo me, è superato storicamente. E lo si vedrà in modo ancora più netto nei prossimi mesi. Per quanto ci riguarda noi siamo interessati a parlare con chi vuole costruire l'opposizione più ferma possibile alla deriva a destra a cui stiamo assistendo. Il mio nemico è la destra che avanza e spero in una scomposizione del Pd e dei 5 Stelle".

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