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De Falco: "Non sono un servo, farò ricorso"

02 gennaio 2019 | 17.33
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Gregorio De Falco (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Gregorio De Falco (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Dopo l'espulsione dal Movimento Cinque Stelle, il senatore Gregorio De Falco è pronto a fare ricorso: "Ci sono cinque giorni per farlo, ma ne sono già passati due dal 31 dicembre. Mi rivolgerò a qualcuno che conosce bene queste procedure - spiega a Radio Radicale -. Non ho dimestichezza con queste cose e non penso di riuscire ad acquisirla in tre giorni. Io confido ancora che il Movimento 5 stelle possa avere, in autotutela della propria storia, la capacità di tornare sui suoi passi e annullare questo provvedimento perché è incostituzionale e sbagliato. E la politica che sta seguendo il Movimento è differente da quello che ha promesso ai suoi elettori".

De Falco spiega che non si aspettava questa decisione: "Non sapevo nulla in particolare del procedimento in corso se non che era stato avviato, come atto dovuto, dal capogruppo al Senato Stefano Patuanelli. La segnalazione ai probiviri - aggiunge - era stata fatta perché non avevo votato favorevolmente la fiducia al decreto sicurezza uscendo dall'aula. Io avevo fatto presente di non aver votato contro ma di non aver votato per evitare di provocare un danno politico al Movimento. Ero semplicemente uscito dall'aula per abbassare il quorum. Da quel momento non ho saputo più nulla".

"Formalmente non ho ricevuto nessuna notifica formale - sottolinea De Falco -. Speravo che il Movimento avesse adottato nei miei confronti un provvedimento di buon senso e, soprattutto, non autolesionistico. Credo che in questo modo si faccia il male del Movimento nell'ammettere, nel sottoscrivere e nel confermare che nel Movimento non può esserci alcun dialogo, alcun dissenso. Non c'è stato dialogo. E il mio dissenso non è stato considerato accettabile".

In merito alla presenza di esponenti del Governo nel collegio dei probiviri, De Falco spiega: "Nel collegio dei probiviri dovrebbe esserci, anche se non lo evinco dalla decisione dei probiviri in quanto non firmata, anche il ministro dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. Questa situazione crea un'inscindibile confusione e annulla ogni divisione dei poteri che è alla base di una democrazia moderna e occidentale. E fa a pugni con la cultura democratica".

Si ritiene indispensabile? "Io non sono indispensabile. La regola dei due mandati dice questo. Ma ognuno è indispensabile in quanto portatore della coscienza e coerente con gli obblighi e i doveri del proprio ruolo. Io - conclude De Falco -, come rappresentante dei cittadini, non posso essere servo di qualcun altro che sta andando in direzione diversa dalle promesse fatte ai cittadini".

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