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Renzi: "Al governo posso anche tornarci"

02 gennaio 2019 | 16.23
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(Fotogramma)
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"Che cosa farò dopo la tv? Non mollo di un centimetro… Non lascio il futuro a quelli che contestano i vaccini e fanno i condoni, a quelli che dicono che la cultura non è importante, a quelli che fanno i sottosegretari alla cultura e si vantano di non aver letto un libro". Lo dice Matteo Renzi in un'intervista a 'Oggi'.

"Sono orgoglioso di aver fatto il premier per più di mille giorni… Penso di aver sbagliato a sottovalutare la vergognosa mole di fake news, fango e bugie che ci hanno buttato addosso. Era qualcosa da combattere in modo professionale... Detto questo sono molto soddisfatto e molto tranquillo... Gli italiani hanno scelto di andare con questi e io spero che vadano bene. Perché sono italiano e spero che i risultati li portino a casa. Lo spero per l’Italia. Io penso che loro siano dei cialtroni".

Dopo la sconfitta al referendum "ho fatto la scelta di rimanere non più al governo ma di restare in campo. Però la sensazione che ho provato andando a letto quella sera era per l’occasione persa dall’Italia. In fondo, alla fine al governo ci posso anche tornare… Io sono molto fiero, felice e contento delle cose che ho fatto, anche degli errori e dei limiti".

Renzi mette poi in chiaro che "fare un nuovo partito non è una questione all’ordine del giorno. Roba da addetti ai lavori, fantapolitica".

L'ex premier parla anche di Di Battista e di Salvini: "Dopo che per mesi sono stato massacrato, ora ho iniziato a dire le cose che penso. Di Battista ha detto che Obama è un golpista? Ho replicato che si deve far vedere da uno bravo. Ma molto bravo… Salvini nel giro di 12 ore è uscito tre volte su 'Firenze secondo me'…. Nello stesso giorno in cui io parlavo della Madonna del Cardellino, lui è andato ad abbracciare un ultrà con precedenti per droga e per aver sfasciato un occhio a un tifoso dell’Inter davanti a dei bambini piccoli. Ognuno faccia quello che crede: lui si tenga l’ultrà, io mi tengo la Madonna del Cardellino".

Quanto al documentario 'Firenze secondo me', "chi ha avuto da ridire sul programma lo ha fatto non sul merito del racconto, ma sugli ascolti, peraltro senza considerare il canale su cui va in onda. Invece i complimenti più belli me li hanno fatti al bar proprio i fiorentini, quando mi dicevano '…’esta ’un la sapevo'… Questo lavoro su Firenze resterà. Sono entusiasta del fatto di aver realizzato qualcosa che mostrerò ai miei figli con molto più orgoglio di certe foto con i capi di Stato".

"Ho fatto il presidente del Consiglio e il segretario del partito politico che ha avuto il miglior risultato degli ultimi 60 anni. Ho certamente avuto un ruolo e forse lo riavrò, vedremo - continua Renzi - Quando hai un ruolo tutti ti stanno intorno e ti considerano speciale, mentre tu sai di esser sempre il solito. Lo sai quando hai il 40 per cento e anche quando perdi il referendum".

LA REPLICA DI BOCCIA - "Lega e 5 Stelle io li combatto, cerco di costruire un'alternativa ma non faccio il vedovo. C'è invece una parte del mio partito che ha la sindrome della vedovanza e Renzi ne è il principale esponente, è lui che alimenta questa sindrome" commenta Francesco Boccia all'Adnkronos. "Questi, Lega e 5 Stelle, stanno facendo sicuramente di peggio" rispetto a Renzi, "sono un partito di destra che restaura le peggiori pulsioni della destra" ma "se siamo finiti al 18 per cento è perché gli italiani hanno detto basta. Quindi niente vedovanza ma cambiamo rotta e riportiamo il Pd ad essere un partito popolare. Se stiamo stati percepiti come il partito delle elite qualcosa evidentemente non ha funzionato", osserva Boccia.

Come il Jobs Act: "Riscrivere il Jobs Act che, al pari del decreto Di Maio, è una iattura e poi tenere le scuole aperte mattina e pomeriggio, il futuro passa dallo stato sociale. Di questo dovremmo parlare. Basta con il 'si stava meglio prima' e basta con le ambiguità. Renzi esca dall'ipocrisia. Dico a Renzi: se stai dentro il Pd, allora schierati apertamente con il tuo candidato Giachetti. Volete restaurare il renzismo? Bene, si va nei circoli e ci si confronta. Ma Renzi non mi pare abbia il coraggio di metterci la faccia...". Una mancanza di chiarezza che, secondo Boccia, indebolisce il Pd. "Nonostante i disastri dei gialloverdi, noi non siamo credibili e non lo saremo fino a quando il Pd non avrà una linea, finché non indicheremo un'altra rotta con una sola voce. Il mio nemico politico è chiaramente la destra di Salvini, mentre gli avversari principali sono i 5 Stelle che sono riusciti a convincere gli elettori di essere una forza che sta coi ceti popolari, coi poveri... Non so quanti ne avranno trovati Di Maio e Di Battista sui campi da sci il 1° gennaio. Io stavo alla Caritas".

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