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"Buffoni", la rabbia della base 5S sulle trivelle

07 gennaio 2019 | 15.38
LETTURA: 6 minuti

(Foto Greenpeace)
(Foto Greenpeace)

di Antonio Atte

Le trivelle rischiano di entrare nella carne viva del Movimento 5 Stelle, complicando i rapporti - già non più idilliaci come un tempo - tra la base più sensibile alle tematiche ambientali e la forza politica guidata da Luigi Di Maio. A partire dalla Puglia, dove una buona fetta degli attivisti pentastellati ha già dovuto ingoiare i bocconi amari di Ilva e Tap. Il caso dei tre nuovi permessi rilasciati per la ricerca del petrolio nel Mar Ionio - sollevato da Angelo Bonelli dei Verdi dopo aver spulciato il bollettino petrolifero del Mise - ha mandato in subbuglio gli attivisti pugliesi, che nelle ultime ore stanno tempestando di messaggi i parlamentari nazionali per chiedere delucidazioni sulla vicenda e, soprattutto, rassicurazioni. E in alcuni casi si sono fiondati sulla pagine Facebook dei portavoce grillini per manifestare delusione e rabbia.

"Tradimento. Non ci sono più parole che tengano", scrive Antonio tra i commenti al post con cui la deputata Rosalba De Giorgi rilancia le precisazioni del sottosegretario al Mise Davide Crippa sulle trivelle nello Ionio. "Taranto ci ha creduto ma è stata tradita. Senza parole, solo rabbia e amarezza", attacca Gabri. Rincara Gianfranco: "A qualcuno di voi M5S devo togliere il like, mi escono tutti post uguali. Copia e incolla". Seguito dall'utente Domy: "Buffoni cialtroni venite a trovarci a Taranto, vi aspettiamo".

Rovente è il cellulare del deputato tarantino Giovanni Vianello, membro della Commissione Ambiente della Camera. "Mi confronto costantemente con attivisti di Taranto e pugliesi in generale: ovviamente, hanno chiesto come mai fossero stati rilasciati questi permessi, ma è stato semplice spiegarlo", dice Vianello all'Adnkronos, che aggiunge: "Tra agosto e settembre 2017 lo avevamo detto forte e chiaro che erano state rilasciate le valutazioni d'impatto ambientale da parte del governo Pd". "Come M5S siamo contrari alle trivellazioni, lo siamo stati e lo saremo sempre - rimarca Vianello -. Di Maio sicuramente incontrerà le associazioni nazionali no-triv: un confronto sano è necessario per chiarirsi e progettare insieme una politica che vada verso le energie rinnovabili".

Anche altri esponenti del gruppo parlamentare provano a fare quadrato attorno a Di Maio, il quale ha addossato tutte le responsabilità al vecchio esecutivo targato Pd, affermando che il suo ministero "ha semplicemente sancito quello che aveva deciso il vecchio governo".

Anche se un utente del Blog delle Stelle, in risposta alle parole del titolare del Mise e del ministro dell'Ambiente Sergio Costa, fa notare: "Nei sei mesi di governo intercorsi nessuno ha pensato bene di fare un decreto che stoppasse completamente queste operazioni per rispettare quanto promesso in campagna elettorale. Dopodiché è ovvio che il funzionario abbia fatto il suo dovere, ma qualcun altro (almeno i due ministri coinvolti) non ha fatto il suo".

Quella delle trivellazioni "è una pesante eredità del Pd, come tante altre. Continueremo a combattere trivelle e air gun, non è cambiato nulla", sottolinea la senatrice Daniela Donno. "L'attuale governo - fa eco il senatore Mario Turco - ha solo preso atto di quanto già autorizzato dal precedente. Noi contrari sia alle attività di ricerche di idrocarburi sia a trivellare il nostro territorio".

Intanto il tema delle trivellazioni potrebbe finire al centro della riunione dei senatori del Movimento 5 Stelle fissata per la giornata di domani. Si tratta di una assemblea di routine, convocata dai vertici del gruppo per fare il punto della situazione dopo la pausa natalizia. Anche se all'ordine del giorno la questione trivelle non c'è (si parlerà di decreto semplificazioni), l'argomento potrebbe essere sollevato da alcuni esponenti 5 Stelle.

"Il tema - dice all'Adnkronos la senatrice M5S Patty L'Abbate, economista ecologica - è sentito da tutti e sarà affrontato. Abbiamo letto i documenti e ci siamo resi conto che il governo altrimenti non poteva fare. Visto che a breve arriva il dl semplificazioni, vediamo se è già possibile intervenire". Alla senatrice fa eco il collega deputato Vianello, che suggerisce "una proposta all'interno del 'decreto semplificazioni' per arginare questa sciagura voluta dal Pd e dai suoi alleati di governo".

"Inoltre - prosegue il parlamentare in un post su Facebook - tra qualche settimana inizieremo a discutere la mia proposta di legge contro gli Air Gun e le trivelle nella commissione Ambiente della Camera dei deputati". La proposta, votata dagli iscritti grillini sulla piattaforma Rousseau, punta a rendere illegale la pratica degli spari di aria compressa, impiegata per verificare la presenza di idrocarburi nei fondali marini e considerata particolarmente dannosa per cetacei e pescato.

M5S: BASTA FALSITA' - I parlamentari del M5S eletti in Puglia scrivono in una nota che “quello a cui stiamo assistendo in Puglia è un bieco tentativo di screditare il MoVimento su tutta la linea. Menzogne e disinformazione: sono questi gli strumenti usati da chi, in primis Michele Emiliano, sta continuando a dire falsità". I parlamentari sostengono che i 5 Stelle dimostreranno "presto a chi oggi ci attacca in modo sleale che il nostro sarà un vero stop alle trivelle, autentico e diverso rispetto alle farse messe in campo dai precedenti governi”. "Dopo le parole di Luigi Di Maio e Sergio Costa, vogliamo anche noi, da pugliesi, dire la verità su quanto sta accadendo - esordiscono deputati e senatori pugliesi - ma soprattutto intendiamo ribadire quanto noi eletti in Puglia stiamo facendo per bloccare davvero sia i metodi invasivi di ricerca (come gli air gun, vere e proprie bombe d’aria) che le stesse trivellazioni". "Intanto è bene chiarire che quelle di cui si parla in questi giorni sono autorizzazioni alla ricerca e non alla trivellazione e sono localizzate, in ogni caso, fuori dal Golfo di Taranto - scrivono - Sono tutti permessi che hanno alla base pareri favorevoli resi tra il 2016 e il 2017 da governi targati Pd, pareri che oggi il Mise non può superare se non esponendosi alle iniziative delle società petrolifere e rendendosi responsabile, per il tramite dei suoi dirigenti, di reati come l’omissione di atti d’ufficio".

"Ciò che invece è possibile fare - e che stiamo già facendo - per proseguire nelle sedi istituzionali la nostra battaglia alle trivellazioni è agire per via legislativa, mettendo così fine allo sfacelo creato dai vari Berlusconi, Monti, Renzi. Stiamo bloccando circa 40 richieste di trivellazione con il decreto Semplificazioni, stiamo avviando l’iter parlamentare di approvazione della proposta del MoVimento a prima firma Vianello contro gli air gun e per la predisposizione di un Piano delle aree che preservi sempre più ambiti territoriali dalle trivellazioni, sia in mare che in terra". "Nel frattempo al Mise, adesso sì, si sta già procedendo al rigetto delle richieste dei nuovi permessi di ricerca, come i 7 tra Adriatico e Canale di Sicilia e i 3 sulla terraferma", puntualizzano i 5 Stelle.

SALTA INCONTRO TRA ASSOCIAZIONI, COSTA E CRIPPA - Intanto, a quanto apprende l'AdnKronos, salta l'incontro di domani tra il Comitato No Triv (che in giornata aveva già annunciato il suo no al confronto), le associazioni Wwf, Legambiente e Greenpeace con il ministro dell'Ambiente Sergio Costa e il sottosegretario Crippa. A far saltare il tavolo, durante il quale si sarebbe dovuto discutere della questione relativa ai permessi di trivellazione e le associazioni avrebbero presentato alcune proposte (tra cui quella di una legge per vietare l'utilizzo della tecnica dell'air gun), sarebbe stato proprio il Comitato No Triv.

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