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Riforma referendum, sì a quorum al 25%

09 gennaio 2019 | 12.44
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(FOTOGRAMMA)
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"E' stata una sorpresa, noi non ne sapevamo nulla anche se era noto che la Lega voleva il quorum". Stefano Ceccanti racconta che il via libera dei 5 Stelle al suo emendamento per inserire un quorum nel referendum propositivo è arrivato stamattina a sorpresa. La Lega lo chiedeva dall'inizio e aveva proposto una soglia del 33 per cento. I 5 Stelle non erano d'accordo. Alla fine, la mediazione sulla proposta dem che mette in scena, per la prima volta, un patto maggioranza-opposizioni.

L'emendamento Ceccanti prevede che, per essere valido, un referendum sia abrogativo che propositivo dovrà ottenere almeno il 25 per cento dei sì degli aventi diritto. "Il 25% che il mio emendamento inserisce sia per il referendum propositivo sia per quello abrogativo non è un quorum di partecipazione, è un quorum di approvazione: in altri termini i Sì, oltre che essere superiori ai No, dovrebbero essere almeno 12,5 milioni - spiega Ceccanti - dato che gli elettori sono 50 milioni. Mi sembra un passaggio molto positivo, visto che in precedenza il quorum era zero".

I 5 Stelle, nonostante la marcia indietro rispetto alle intenzioni di partenza, si dicono comunque soddisfatti. "Sulle riforme il Governo del cambiamento ha sempre inteso favorire il più ampio consenso possibile. Riteniamo doveroso ascoltare tutte le forze politiche, soprattutto di opposizione, perché la Costituzione non si modifica a colpi di maggioranza", ha detto il ministro Riccardo Fraccaro smentendo le voci su un presunto scambio tra Lega e M5S su riforme e legittima difesa. "Smentisco che ci sia uno scambio tra riforme costituzionali e legittima difesa tra M5S e Lega. Anzi, questi retroscena mi offendono profondamente".

I 5 Stelle sottolineano l'esigenza di ascolto delle opposizioni visto che si tratta di materie costituzionali. "La Costituzione è di tutti e per questo - dice la relatrice Fabiana Dadone - occorre che la maggioranza sia aperta non solo all'ascolto delle opposizioni, ma è necessario che la maggioranza cerchi di costruire l'accordo più ampio possibile anche a costo di sacrificare alcune delle sue ragioni".

Più che soddisfatta, ovviamente, la Lega. Siamo di fronte a "un risultato doppiamente positivo: nella sostanza e nel metodo", dice Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari costituzionali. "Il 25%, così come prevede l'emendamento Ceccanti - spiega - è, dal nostro punto di vista, ancora più 'forte' del 33%, di quanto prevedevamo noi: è vero che si abbassa la soglia dei votanti richiesti perché la consultazione sia valida, ma ora se vanno a votare il 44% degli elettori e nelle urne i favorevoli si 'fermano' al 24% il referendum non passa, mentre nel caso del quorum al 33% previsto dalla Lega, votando ad esempio proprio il 33% per passare il referendum avrebbe avuto bisogno solo del 17,5% più uno dei voti degli italiani alle urne".

Per Iezzi poi "va sottolineato che per una materia così delicata stiamo evitando errori del passato", cioè l'approvazione a colpi di maggioranza. Ed inoltre procedendo punto per punto e non con una riforma costituzionale complessiva potrebbe essere più facile raggiungere l'obiettivo, si spiega. Il voto sull'emendamento Ceccanti, sul quale oggi è stato dato parere positivo dalla relatrice Dadone, dovrebbe essere votato domani in commissione Affari Costituzionali. Con questa proposta il referendum sulle trivelle, quello del 'ciaone' del renziano Ernesto Carbone, che era sostenuto dai bersaniani e osteggiato da Matteo Renzi, sarebbe passato.

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