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Caselli: "Battisti non è scalpo da esibire"

14 gennaio 2019 | 17.46
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(Fotogramma)
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di Francesco Saita

"Non bisogna esagerare, quello di Battisti non è uno scalpo da esibire, resta un pericoloso criminale che è stato finalmente arrestato e che deve espiare la pena inflittagli, fino alla fine. Non altro". Lo dice all'AdnKronos Gian Carlo Caselli, magistrato simbolo della lotta al terrorismo e alla mafia, commentando il clamore mediatico che sta accompagnando la vicenda Battisti. "La politica fa il suo mestiere, se lo Stato italiano ottiene un successo, e l'arresto di Battisti lo è indubbiamente, naturale che poi cerchi di intestarserlo", continua Caselli, che aggiunge: "Sono passati quaranta anni, ma i delitti di Battisti restano gravissimi e finalmente avranno la punizione che meritano. Banale dire - aggiunge l'ex procuratore capo di Torino ai tempi delle Br - che si tratta di un importante risultato, per quanto riguarda la giustizia italiana e la lotta al terrorismo".

"Pensare e dire di volerli riportare in Italia - continua l'ex magistrato - ovviamente non basta, si deve operare concretamente per rintracciare altri latitanti quanto più possibile". In ogni caso, sottolinea. "l'impegno vincente dimostrato con Battisti non deve restare isolato".

"Sull'eventuale rete e sulle complicità - aggiunge - non è possibile dare una risposta generalizzata, bisogna rispondere caso per caso, conoscendo la situazione specifica di ciascuno, perché ci possono essere latitanti scomparsi dai radar, realmente introvabili, altri che si cercano ma non si trovano e altri ancora, che si sa dove sono e sono 'protetti' in qualche modo, magari per la mancanza di trattati di estradizione" con determinati paesi.

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