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Quando i politici vanno in aeroporto

15 gennaio 2019 | 16.30
LETTURA: 3 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

di Cristiano Fantauzzi

Chi più, chi meno, e ognuno con il suo stile. Ma sono circa 20 anni che i governanti seguono la massima di Oscar Wilde: il miglior modo per liberarsi dalla tentazione è cedervi. E così, Salvini e Bonafede ieri a Ciampino per cogliere mediaticamente il frutto del lavoro dietro le quinte di intelligence e forze dell'ordine che hanno portato alla cattura di Cesare Battisti in Bolivia avranno anche fatto storcere il naso a molti, però hanno diversi precedenti.

Il caso 'alpha' di esponenti politici che si espongono in vicende aero-giudiziarie può essere considerato Ramon Mantovani (Rifondazione comunista) che nel novembre 1998 destò scalpore -nonché un serio incidente diplomatico con la Turchia- per aver accompagnato in Italia Abdullah Ocalan, leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan, nella lista dei 'most wanted' di Ankara, sbarcato a Fiumicino e riconosciuto alla dogana. La tempesta che si abbattè sul governo D'Alema sconsigliò la concessione dell'asilo politico, e il leader Pkk fu dirottato in Kenya, dove poi i servizi turchi lo avrebbero catturato.

Nell'agosto 1999 il ministro della Giustizia di quello stesso governo, leader del Partito dei comunisti italiani, Oliviero Diliberto, evitò di andare all'aeroporto per accogliere Silvia Baraldini (condannata negli Usa per associazione sovversiva), ma ci andò, con tanto di rose rosse, il suo compagno di partito, e comunista old style, Armando Cossutta.

Da sinistra a destra, la musica a quel punto non è cambiata. Nel settembre 2004 l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con Gianni Letta, accolse il rientro delle 'due Simone', Pari e Torretta, liberate dopo il sequestro a Bagdad.

Appena qualche mese dopo, nel marzo 2005, ancora Berlusconi e Letta a Ciampino, per il mesto rientro della giornalista Giuliana Sgrena, la cui liberazione in Iraq era stata segnata dall'uccisione per mano delle truppe Usa dell'agente del Sismi (poi Medaglia d'oro al Valor militare) Nicola Calipari.

Fu quindi Romano Prodi, nel marzo 2007, ad accogliere, ancora a Ciampino, l'inviato de 'La Repubblica' Daniele Mastrogiacomo, che era stato rapito dai Talebani in Afghanistan. Del maggio 2014 è lo sbarco a Fiumicino con 31 bambini congolesi, adottati in Italia, del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. E Paolo Gentiloni, da ministro degli Esteri dello stesso governo Renzi, nel gennaio 2015 abbracciò a Ciampino le volontarie Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, vittime di un rapimento in Siria.

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