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"Francia sottrae ricchezza all'Africa", Salvini con Di Maio

22 gennaio 2019 | 10.24
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

Nonostante lo strappo, il vicepremier Matteo Salvini si allinea con il collega Di Maio nel confronto con Parigi. "Le cause delle migrazioni sono diverse. In Africa c'è gente che sottrae ricchezza quei popoli, la Francia è evidentemente tra questi. In Libia la Francia non ha nessun interesse a stabilizzare la situazione, perché ha interessi petroliferi opposti a quelli italiani. Io ho l'orgoglio di governare un popolo generoso, solidale, accogliente e lezioni di bontà e generosità non ne prendiamo da nessuno, men che meno dal signor Macron", ha detto il ministro dell'Interno ospite a "Mattino 5" su Canale 5. "Non prendiamo lezioni dalla Francia - ha insistito Salvini - che ha respinto in questi anni decine di migliaia di migranti alla frontiera di Ventimiglia, compresi donne e bambini, riportandone alcuni di notte nei boschi piemontesi e lasciandoli, come se fossero bestie. Quindi lezioni da Macron non ne prendo".

"Più persone partono, più ne muoiono. Li salviamo in mare e poi li riportiamo indietro, come ha fatto la Guardia costiera libica. Chi veramente vuole il bene del continente africano e della sicurezza dei cittadini italiani, fa di tutto per evitare che i trafficanti di esseri umani continuino nei loro loschi affari. I porti italiani per i trafficanti sono e rimangono chiusi", ha ribadito poi Salvini intervenendo anche sul Fondo monetario internazionale: "Questi signori dell'Fmi non stanno bene, l'economia italiana è sana, gli italiani sono il popolo che risparmia di più al mondo. Hanno sempre sbagliato le previsioni, questi professoroni negli ultimi 10 anni non hanno mai azzeccato una previsione".

In ogni caso, il rapporto di amicizia fra Francia e Italia non è in discussione. Ad affermarlo in una nota è il premier Giuseppe Conte: "In un momento in cui l'Europa sta attraversando una fase particolarmente critica, schiacciata sotto il peso dei flussi migratori e incapace di esprimere una strategia politica condivisa e solidale, è legittimo interrogarsi sull'efficacia delle politiche globali che stiamo perseguendo sia a livello di Unione Europea sia a livello di Stati singoli. Questo - precisa ancora il presidente del Consiglio - non vuol dire mettere in discussione la nostra storica amicizia con la Francia, né tantomeno con il popolo francese. Questo rapporto rimane forte e saldo a dispetto di qualsiasi discussione politica. Ma quel che sta accadendo nel Mar Mediterraneo, con le tragedie e la difficoltà di realizzare un approccio strutturale al tema della regolazione e della gestione dei flussi, ci impone di allargare lo spettro della nostra riflessione".

Aggiunge il presidente del Consiglio: "La campagna elettorale può costituire, per le forze politiche europee, una buona occasione per confrontarsi su temi e questioni di politica europea ed estera, anche se questi rimettono a scelte operate in epoche ormai lontane. L'Europa deve battere un colpo e intervenire coralmente per sostenere più adeguatamente lo sviluppo economico e sociale dei Paesi africani. Tra gli strumenti utili a perseguire questo obiettivo vi è il Trust Fund per l'Africa, il cui finanziamento risulta del tutto inadeguato".

Per Conte occorre quindi "impiegare maggiori risorse e dedicare maggiori energie a un Continente che deve essere messo in condizione di esprimere appieno le sue enormi potenzialità. Continueremo a lavorare con le istituzioni di governo francesi - oltreché con le Istituzioni europee e con gli altri Paesi - fianco a fianco, nelle varie sedi istituzionali, per trovare soluzioni condivise".

Sull'argomento interviene anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, oggi a Bruxelles. per il ministro, le accuse alla Francia fanno "parte di un dibattito che ci accompagnerà e al quale dovremo abituarci anche nei toni e nei temi toccati anche più sensibili, verso le elezioni europee. C'è un grande dibattito in Europa, su come dovrà essere l'Ue. Quello a cui siamo abituati è il dibattito politico anche aspro e duro all'interno degli Stati nazionali; siamo meno abituati a vederlo a livello europeo". "Non parlerei - ha continuato Moavero - di rischio isolamento del nostro Paese" come conseguenza delle parole del vicepremier, "ma proprio ieri, insieme a Francia, Portogallo, Spagna e Paesi Bassi abbiamo fatto una dichiarazione che cerca di accelerare una presa di posizione su quanto accade in Venezuela. Come si vede, le geometrie di collaborazione rimangono perfettamente valide. Non ci sono situazioni di isolamento nell'ambito europeo, per nessuno. Penso che l'Europa tenda a favorire una geometria a gruppi piuttosto che quella che tendeva a portare tutti a cercare di convergere", conclude.

Sulla tensione con Parigi oggi è nuovamente intervenuto il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici, che è tornato a commentare, a margine dell'Ecofin a Bruxelles, le dichiarazioni nei riguardi della Francia di esponenti di punta del governo italiano. "La relazione tra Francia e Italia è molto stretta: qualsiasi scontro tra i due Paesi è un vero peccato. Alcune dichiarazioni sono semplicemente stupide" ha detto Moscovici, confermando così le critiche già espresse ieri. "Gli statisti che hanno qualche responsabilità dovrebbero avere bene in mente la storia dei due Paesi - ha continuato - e l'unica cosa a cui dovrebbero lavorare è un riavvicinamento tra Francia e Italia, perché sono due Paesi fondatori del progetto europeo, intimamente vicini. Qualsiasi altra dichiarazione è" da considerarsi "ostile, a volte assai inappropriata e assurda".

Sulle dichiarazioni di Moscovici, per il ministro degli Esteri Moavero "è normale che delle dichiarazioni nette su dei temi sensibili possano portare a delle impressioni, percezioni e controdichiarazioni. Ma vedrei questo come parte del dibattito europeo di cui abbiamo parlato e che è l'elemento forse più saliente, cui forse dovremo abituarci e che potrebbe rappresentare quell'evoluzione politica dell'Europa che arriva spontanea dalla politica e dalle opinioni pubbliche, laddove i trattati - conclude - non avevano disciplinato come svolgere dibattiti su questioni sensibili".

La Commissione europea "non è preoccupata" per le dichiarazioni polemiche di esponenti di punta del governo italiano nei confronti della Francia, perché "non pensiamo che queste questioni abbiano un impatto fondamentale. Fa parte delle relazioni bilaterali tra Stati membri. Pensiamo che il dialogo e la cooperazione siano meglio che lanciarsi reciprocamente commenti e giudizi di valore", ha detto il portavoce capo della Commissione europea Margaritis Schinas aggiungendo che la Commissione "non condivide assolutamente" l'accusa che Stati membri dell'Ue conducano una politica coloniale nel continente africano.

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