La giunta per le elezioni del Senato esaminerà la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, mercoledì 30 gennaio. "Chi sono io per non farmi processare? Sono pronto a farlo", ha commentato il vicepremier, parlando del caso Diciotti con i giornalisti sulla terrazza di un immobile confiscato e consegnato a Roma Capitale.
"Ho dormito benissimo stanotte - ha aggiunto il ministro -, farò le mie valutazioni. Comunque, non ho bisogno di protezione. Altri chiedevano l’immunità perché rubavano, io ho applicato la legge da ministro e ritengo di aver applicato anche la Costituzione che prevede che la difesa della patria sia un sacro dovere di ogni cittadino. Se dovrò essere processato per questo sarà il Senato a deciderlo. Deciderà se un ministro deve fare il ministro o se un giudice, che si alza la mattina, a decidere le politiche sull’immigrazione. Io sono tranquillissimo".
"Ho ricevuto in queste ore tantissimi messaggi di sostegno da parte di uomini di Chiesa, da parte di uomini di legge - incalza Salvini -. Sono ben contento di far emergere alcune contraddizioni. Se c'è qualche giudice che pensa di sostituirsi a un ministro, si candidi alle elezioni. Io non voglio fare il giudice, voglio solo fare il ministro tranquillamente. Non ho mai nascosto le mie politiche sull’immigrazione e confermo - continua - che quello che ho fatto lo rifarei. Se questo mi comporterà un processo, sono pronto a farmi processare, non c’è problema".
"I benpensanti, i ‘professoroni’ in Italia e in Europa se ne facciano una ragione: possono indagarmi, possono processarmi, io non cambio il mio modo di lavorare”, conclude.