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Palazzo Chigi: "Sea Watch ha messo a rischio i migranti"

28 gennaio 2019 | 21.17
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(Afp)
(Afp)

"Il caso Sea Watch 3 è adesso all’attenzione della Corte europea dei diritti dell’uomo, attivata dal comandante della nave e dal capo missione. L’Italia ritiene che la giurisdizione, nel caso di specie, appartenga all’Olanda, in quanto Paese di bandiera della nave che ha effettuato il salvataggio in acque internazionali". E' quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. "Pertanto domani - si annuncia - l’Italia depositerà una memoria davanti alla Corte, con la quale farà valere la giurisdizione olandese, contestando la propria legittimazione passiva. In altri termini, affermerà che non è l’Italia a dover rispondere di questo caso, alla luce del diritto nazionale e internazionale". "In ogni caso - prosegue il comunicato - già da ora l’Italia si rende disponibile, una volta riconosciuta la giurisdizione olandese, a offrire un corridoio umanitario al fine di consentire un trasferimento dei migranti verso l’Olanda".

"Si conferma - si legge nella nota - la temeraria condotta della Sea Watch che, in condizioni di mare mosso, anziché trovare riparo sulla costa tunisina distante circa 40 miglia, universalmente considerata porto sicuro, si è avventurata in una traversata di centinaia di miglia mettendo a rischio l'incolumità dei migranti a bordo". "Rimane un quesito finale: l'obiettivo dell'azione della Sea Watch - si chiedono a palazzo Chigi - era salvare i naufraghi e offrire loro un pronto riparo nel primo porto sicuro (Tunisia) oppure creare un caso internazionale richiamando l'attenzione dei mass media?".

"Abbiamo offerto - si sottolinea poi - la nostra totale disponibilità per assistenza in caso di richiesta, mettendo a disposizione due motovedette della Guardia costiera e una della Guardia di Finanza, che sono nei pressi pronte a intervenire. Abbiamo già fornito e siamo disponibili a fornire generi di conforto e la necessaria assistenza sanitaria, fermo restando che al momento c'è stato comunicato che a bordo - si conclude - è presente un team medico di fiducia".

Sul caso Sea Watch è tornato anche il vicepremier Luigi Di Maio, che, ospite di 'Quarta Repubblica' su Retequattro, ha detto: "Lavoriamo con l'Unione europea per la redistribuzione, ma - ha avvertito - qualora dovesse servire siamo pronti ad un incidente diplomatico con l'Olanda e glieli riportiamo fino a lì, tanto - ha concluso - non ci sono le frontiere nell'Unione europea".

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