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Caso Diciotti, svolta in arrivo

30 gennaio 2019 | 16.02
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(FOTOGRAMMA/IPA)
(FOTOGRAMMA/IPA)

"Qui non si tratta né di un'immunità né di un 'salva Salvini'. Si decide se legittimare o meno un atto di governo compiuto da un ministro". Così, parlando di un "grande equivoco", a quanto apprende l'AdnKronos i senatori M5S in Giunta per le immunità del Senato hanno affrontato il nodo Diciotti con il vicepremier Luigi Di Maio, che non ha nascosto loro la sua grande sorpresa "sul dietrofront di Salvini", di cui lui stesso è venuto a conoscenza nella lettera del responsabile del Viminale pubblicata martedì sul 'Corsera'.

I parlamentari hanno esordito dicendo subito che in giunta "non si tratta decidere sull'immunità di Matteo Salvini, ma sul legittimare o meno un atto di governo compiuto dal ministro". Il quesito, su questo, è chiaro: verterà infatti sull'esistenza di un interesse superiore compiuto nell'esercizio di governo o se il ministro abbia agito come privato cittadino per i suoi interessi. "È chiaro - hanno rimarcato i senatori grillini - che se fosse stato corruzione o peculato lo avremmo mandato subito a processo. Ma si tratta di un'altra questione e per di più senza precedenti. Mai si è stati chiamati a legittimare un'azione di governo davanti ai giudici".

In ogni caso, ragionano le stesse fonti, il procedimento è lungo. Le decisioni verranno prese nei prossimi giorni, dopo aver ascoltato lo stesso Salvini in Giunta e dopo aver letto la memoria dello stesso Di Maio, del premier Giuseppe Conte e del ministro Danilo Toninelli dove, nero su bianco, i tre si assumeranno le proprie responsabilità. Ma la svolta sembra ormai dietro l'angolo.

SETTE GIORNI - Intanto, secondo quanto si legge nella relazione depositata dal presidente dell'organismo parlamentare Maurizio Gasparri, entro "sette giorni", il prossimo sei febbraio, Salvini dovrà "fornire personalmente i chiarimenti che egli reputi opportuni e o a produrre eventuali documenti o memorie scritte" alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, chiamata a pronunciarsi sulla domanda di autorizzazione a procedere nei suoi confronti, nella qualità di ministro dell'Interno.

Gasparri fa sapere di riservarsi, in quanto relatore, "di formulare la propria proposta conclusiva successivamente all'acquisizione dei predetti elementi". Secondo il calendario ipotizzato, Gasparri ha poi fatto sapere come, "verosimilmente, potrebbero essere necessarie tre ulteriori sedute di Giunta, la prima per l'eventuale audizione del Ministro, la seconda per l'illustrazione della proposta del relatore e l'avvio del dibattito, la terza per la conclusione del dibattito e per la votazione finale della predetta proposta".

SALVINI - Da parte del vicepremier, c'è fiducia. "Confido nel voto dei Cinque Stelle? Non solo, confido nell'intero Senato" perché "non c'è in discussione un eventuale reato, ma il fatto che un governo possa esercitare i poteri che gli italiani gli conferiscono" ha detto uscendo dall'Aula della Camera, dopo il Question Time. "Salvini l'ha fatto per la difesa dell'interesse nazionale o l'ha fatto perché non aveva niente da fare? La risposta mi sembra molto chiara e semplice".

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