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Tav, è scontro di governo

02 febbraio 2019 | 13.37
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(Fotogramma)
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Non si placa lo scontro di governo sulla Tav. "Prima si fa meglio è" ha detto ieri il vicepremier Matteo Salvini. Ma oggi l'altro vicepremier Luigi Di Maio ribadisce la linea pentastellata. "Fino a quando ci sarà il M5S al governo la Tav non ci sarà" dice parlando da Penne, in Abruzzo, durante una diretta Facebook, insieme a Sara Marcozzi, candidata alla presidenza della Regione per il movimento. Quella è un'opera "che vuole la peggiore lobby di questo Paese" ma, ricorda Di Maio, "il Movimento Cinque Stelle sta dall'altra parte".

E Alessandro Di Battista rincara la dose: "Per noi un Paese riparte sulle infrastrutture, ma sulle infrastrutture giuste, per i cittadini e i pendolari. Se la Lega intende andare avanti, continuando a scavare un buco inutile che costa 20 mld e che non serve ai cittadini, tornasse da Berlusconi e smettesse di rompere i coglioni", ha detto in una dichiarazione alle tv e ai giornalisti a Chieti nel corso della campagna elettorale di Sara Marcozzi alla presidenza delle regione Abruzzo.

"La Tav è a zero come cantieri, le peggiori lobbies di questo Paese vogliono che si inizi a fare e fino a quando quei signori che hanno sostenuto" l'opera, "Renzi, Berlusconi, stanno da una parte, il M5S sta dall'altra, quella delle opere utili", aggiunge Di Maio. "Una nuova metro a Torino, una linea Roma-Pescara, Roma-Matera, una linea Tav Palermo-Catania, cioè dalla parte delle opere da fare". "Quando quei signori dei grandi potentati economici, che hanno ridotto il Paese in queste condizioni, cominciano a tifare per un'opera inutile come la Torino-Lione, il M5S sta da un'altra parte, dalla parte del popolo italiano", conclude il vicepremier del M5S.

Cerca di abbassare i toni Matteo Salvini che non vede "spaccature nel governo". Sulla Tav "si trova un accordo, come sempre, e si fa. C'è già una ipotesi di accordo, gli italiani hanno bisogno di viaggiare". "Tra persone di buon senso - ha aggiunto Salvini - una soluzione si trova sempre. Il progetto si può rivedere, si può migliorare, si può risparmiare un mld ma l'opera è cominciata e faremo di tutto perché vada avanti. Trovando un accordo, come abbiamo sempre fatto. Se i numeri mi dicono che costa di più fermare un'opera anziché portarla a termine... Mettiamoci al tavolo". "Io sto ancora aspettando questo benedetto rapporto costi-benefici. Non stiamo combattendo una battaglia ideologica sì o no alla Tav. Sediamoci al tavolo e da persone concrete troveremo una soluzione. La Tav - ha sottolineato il leader leghista, che ha evitato di polemizzare con Di Battista - non serve a Salvini, se si viaggia più veloce inquinando di meno, se serve agli italiani per non restare isolati rispetto al resto dell'Europa...". "Se l'opera riduce i tempi, l'inquinamento ed è conveniente perché non farla? Questa è la domanda alla quale tutti, senza pregiudizi, dobbiamo rispondere'', ha concluso il vicepremier.

A gettare acqua sul fuoco anche il premier Giuseppe Conte: "Sulla Tav ho preso un impegno a nome del governo: di procedere alla decisione finale non sulla base di sensibilità personali o di una singola forza politica. Il contratto di governo prevede una ''revisione'' del progetto". "Abbiamo interpretato questa clausola quale necessità di procedere all'analisi costi-benefici e di riservarci la decisione all'esito di questa valutazione finale che contemplerà tutte le implicazioni tecniche, economiche, sociali - ha continuato il presidente del Consiglio - Il governo saprà assumersi la responsabilità politica di questa decisione nel rispetto e nell'interesse di tutti i cittadini. Renderemo trasparenti i risultati in modo che tutti gli italiani possano conoscere le motivazioni della nostra decisione".

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