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Italiani in radio, Morelli: "Chissà cosa pensa Pelù"

26 febbraio 2019 | 20.02
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Piero Pelù (FOTOGRAMMA/IPA)
Piero Pelù (FOTOGRAMMA/IPA)

"Della mia proposta di legge sulla tutela della musica italiana vorrei sapere cosa ne pensa Piero Pelù, che è di sinistra, perché io credo che questa norma sia una cosa che a sinistra dovrebbe andare bene". Così all'AdnKronos Alessandro Morelli, presidente leghista della Commissione Trasporti della Camera e fino allo scorso anno direttore di Radio Padania, dopo le polemiche per la richiesta di riservare in radio una quota del 33% alle canzoni italiane. "Da sinistra mi attaccano, dicendo che è una cosa sovranista, ma in realtà non l'hanno neanche letta, visto che non mi hanno chiesto cosa prevedesse".

"Mi sorprende molto, ma il fatto che questa discussione vada avanti da giorni dimostra la sua importanza, però va detto che già altri, che ora attaccano, avevano proposto cose analoghe" dice Morelli. Negli anni "ne avevano parlato già Giorgia Meloni, quando era ministra della Gioventù con Berlusconi, e poi Dario Franceschini, ora invece c'è Alessandro Morelli che la mette nero su bianco, in una proposta di legge, non è più solo una cosa a parole".

"Ora puntano il dito contro, dicendo che è una cosa sovranista - sottolinea - ma lo dicono in base al fatto che la proposta è di un leghista, allora prima, ad esempio quando lo chiedeva Franceschini, che cosa era? Una cosa democristiana?", ironizza l'ex direttore di Radio Padania.

MOGOL - "Anche Mogol e la Siae appoggiano la mia proposta? Bene, si tratta di una cosa che dicono loro, che apprezzo, in linea con i tanti 'Mario Rossi', magari cantanti di piano bar di provincia, che mi riempiono di messaggi, ringraziandomi per la sensibilità che ha avuto" aggiunge Morelli dopo il plauso del presidente della Siae, Mogol, che ha scritto una lettera ai suoi associati in cui chiede di appoggiare la norma.

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