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Legittima difesa torna in Aula, scontro Salvini-Anm

27 febbraio 2019 | 11.02
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Alla Camera martedì 5 marzo. Minisci: "Ci vorrebbe un rinvio 'sine die". Il vicepremier: "Frasi gravi". M5S, cresce fronda del 'non voto'

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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La proposta di legge sulla legittima difesa tornerà all'esame dell'Aula della Camera martedì prossimo, 5 marzo. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo. "Non c'è alcun dissidio" tra Lega e Movimento 5 Stelle, "c'è assoluta coesione e c'è volontà di andare avanti da parte di tutti", ha affermato il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, intervenendo a 'Radio Anch'io', su Radio Uno, dopo il rinvio di ieri (l'esame del testo era inizialmente previsto per la settimana in corso). "Era solo una questione tecnica relativa ai tempi di discussione, si è fatto per dare ampio respiro al dibattito. Non mi fa paura una settimana. Questa è una legge che andrà in porto e che si limiterà a tutelare l'aggredito", ha poi aggiunto.

M5S, cresce fronda del 'non voto'

"La linea del governo è chiarissima. Non ci sarebbe nessun motivo per rallentare: prima si approva meglio è, cosi smettete di domandarmi", ha tagliato corto anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. "Capisco che questo provvedimento, dal vostro punto di vista, possa essere considerato un elemento di rottura - ha detto ai cronisti - ma questa convinzione non è fondata su nulla di oggettivo: il percorso è linearissimo".

Oggi intanto il ministro dell'Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, in conferenza stampa a Cagliari, è tornato sulle parole del presidente dell'Associazione nazionale magistrati Francesco Minisci: "Sentire il presidente dell'Anm che dice 'non vogliamo che legge sulla legittima difesa si faccia' è di una gravità assoluta. Candidati alle elezioni e fatti eleggere dalla sinistra. Non penso spetti a un magistrato decidere quali leggi bisogna fare". "E poi saremmo noi quelli che mettono a rischio la democrazia", ha aggiunto il vicepremier concludendo: "Il diritto alla legittima difesa sarà legge entro marzo".

Minisci, dopo aver avvertito Salvini che "le decisioni sulle modalità e sulla durata della pena detentiva spettano solo ai magistrati non al ministro dell'Interno", riferendosi alle parole del leader della Lega che, dopo essere andato nel carcere di Piacenza per portare solidarietà ad Angelo Peveri finito in carcere dopo avere sparato contro un ladro aveva detto 'farò di tutto perché Peveri stia il meno possibile all' interno di un carcere...'", ha sottolineato: "Rispetto reciproco delle prerogative costituzionali che la Costituzione assegna a ciascuno". Poi sulla legittima difesa a Radio Anch'io ha ribadito: "Ci vorrebbe un rinvio 'sine die'. Non si faccia la riforma sulla legittima difesa, non ne abbiamo bisogno perché si tratta di un istituto sufficientemente regolamentato nel nostro sistema". "Si sta cercando di lanciare il messaggio che se succede un fatto anche solo astrattamente rientrante nell'ambito della legittima difesa non ci sono accertamenti da fare, il che non è possibile. Le indagini vanno fatte sempre - ha aggiunto il presidente dell'Anm - Il mio auspicio è che la legittima difesa resti così come è che è sufficientemente regolamentata così come è. Lo stiamo dicendo in tutti i modi. Tra l'altro, per come la si vuole strutturare, la riforma presenta diversi profili di incostituzionalità".

A Minisci ha replicato anche Giulia Bongiorno: ''Stimo il presidente dell'Anm ma temo che non abbia avuto ancora modo di approfondire il testo della nuova legittima difesa. Smentisco in maniera categorica che con questa norma si impedirebbero le indagini, sarebbe grave se fosse così e il testo non lo prevede. È ovvio che quando ci sono dei casi di un conflitto in una abitazione e c'è un morto, la magistratura deve intervenire, deve verificare, deve indagare". "Questa norma - ha osservato - vuole esclusivamente porre fine a un fatto che reputo grave e inaccettabile. A legislazione vigente quando c'è un'aggressione all'interno di una abitazione, la persona che viene aggredita non può assolutamente difendersi se prima non si rende conto che chi sta aggredendo ha in mano una pistola e gliela sta puntando in faccia. Oggi se io sento che c'è qualcuno a casa mia non posso reagire se prima non faccio un'indagine notturna. Noi vogliamo evitare di trasformare la vittima in Sherlock Holmes. Con la nuova legge se l'aggressore entra in casa con minaccia o con violenza e se io reagisco in uno stato di turbamento o paura sarò scriminato, non finirò in carcere".

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