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Ddl Pillon, è scontro

01 marzo 2019 | 16.37
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Spiace prendere atto dell'invasione di campo da parte di Magistratura democratica, che non solo si scaglia contro il disegno di legge, ma persino prevede interventi da parte della Corte costituzionale e della Corte di Strasburgo". E' quanto ha dichiarato il senatore della Lega Simone Pillon, replicando alle dure critiche del segretario di Md, Mariarosa Guglielmi, che ha attaccato i principi ispiratori, il contenuto e gli effetti del ddl sulla famiglia, firmato dal senatore leghista.

"Con buona pace di Montesquieu - aggiunge Pillon - forse oggi per qualcuno ha scarso valore il principio fondamentale della separazione dei poteri tra legislativo, esecutivo e giudiziario, uno dei pilastri della nostra democrazia. Mi chiedo cosa abbiano questi magistrati contro il diritto dei bambini di stare con mamma e papà anche dopo la separazione e il divorzio".

"Per fortuna, però, in Italia le proposte di legge, anche quelle che non piacciono a giudici di sinistra, si discutono in Parlamento, senza che siano correnti della magistratura a dettare l'agenda politica", ha concluso Pillon.

Questa mattina il segretario di Magistratura democratica, Mariarosaria Guglielmi, ha detto in un passaggio della sua relazione in apertura del Congresso nazionale. "Si moltiplicano i segnali di un nuovo oscurantismo, di una utopia regressiva che investe interi sistemi di diritti, come il diritto di famiglia, e vuole passi indietro su conquiste fondamentali che riguardano i diritti del vivere e la libertà di agire di ciascuno di noi davanti alle decisioni della vita. Il disegno di legge Pillon è il portato della stessa sub-cultura, fortemente ideologizzata, che ha prodotto le iniziative contro l'aborto, gli attacchi in nome dei valori della famiglia 'tradizionale' alle unioni civili, al biotestamento, alla laicità dello Stato". "Ci troviamo di fronte a un progetto di controriforma che, in nome di un ordine morale 'superiore', che vuole farsi anche ordine giuridico, ridisegna la regolamentazione della crisi familiare in contrasto con il bene supremo da salvaguardare, rappresentato dall'interesse del minore - osserva - e con il principio personalistico proclamato all'articolo 2 della Costituzione, che assegna alle 'formazioni sociali', come la famiglia, il fine di permettere e di promuovere lo svolgimento della personalità di ciascuno". "È un principio che, come ha chiarito la Corte costituzionale, non ammette una concezione totalitaria della famiglia e dell'ordine familiare, né una visione della famiglia nemica delle persone e dei loro diritti - spiega il segretario di Md - Gli effetti di scelte ideologiche sulla tenuta di un sistema per più aspetti fragile, per l'unicità e la varietà delle concrete dinamiche, individuali e della vita relazionale che vi operano dall'interno, sono devastanti".

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