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Rai, i punti caldi del piano

01 marzo 2019 | 19.15
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Laganà: "Grande assente è trasparenza"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

di Antonella Nesi

Weekend di rifinitura per il Piano industriale Rai che l'amministratore delegato Fabrizio Salini presenterà in consiglio d'amministrazione mercoledì prossimo. Lo staff dell'ad - a quanto apprende l'Adnkronos - sta lavorando in queste ore per mettere a punto elementi emersi nel corso del preconsiglio di ieri, nati dal confronto con i consiglieri. Tra questi particolarmente critica è stata oggi Rita Borioni che sul sito di Repubblica ha espresso forti obiezioni. "Finiremo nel caos", ha detto. Da ambienti vicini all'ad si tiene la linea del dialogo costruttivo ma anche della decisione sottolineando che "ci sono cambiamenti radicali" e che l'unico rischio che corre la Rai con il nuovo Piano "è quello di avere processi finalmente chiari e condivisi": insomma, "il caos è ora", non dopo il piano. Salini ha grande fiducia nei dipendenti Rai e nella loro voglia di accompagnare una rivoluzione in avanti, in linea con il funzionamento delle televisioni più importanti d'Europa, e che appare assolutamente necessaria e inevitabile per un’azienda che "deve tornare tra i giovani".

Quanto al pericolo di moltiplicazione degli incarichi che la nuova organizzazione tematica implicherebbe, l'obiettivo di Salini va "nella direzione opposta: tra reti e testate - fanno notare dallo staff dell'ad - gli incarichi diminuiscono" e il piano punta a ridurre ulteriormente negli anni gli incarichi apicali. Non solo: dal settimo piano fanno notare che "proprio la specializzazione degli incarichi riduce la platea di candidati e l’ingerenza politica". E puntare sui contenuti significa maggior possibilità di scegliere persone competenti. Tra i temi più dibattuti ieri in cda, il timore che un unico direttore a coordinare gli approfondimenti giornalistici riduca l'autonomia e imbrigli le trasmissioni: anche in questo caso, si fa notare, che il Piano di Salini "prevede che l’autonomia venga mantenuta perché la direzione approfondimento sarà articolata in sottostrutture per ciascun canale generalista". Un altro argomento dibattuto all’ordine del giorno è il fatto che il canale in inglese finisca sotto RaiCom che, però, si rileva, "è una consociata Rai, interamente posseduta dalla Rai". Una collocazione naturale, notano al settimo piano, per un canale che deve vivere anche di risorse provenienti da partnership commerciali, di cui appunto si occupa statutariamente RaiCom.

Infine il dibattito sulle news che vede centrale l'ambizione a diventare leader nell'informazione digitale con una testata multipiattaforma e un portale unico. Quanto alla newsroom unica, non è stata bocciata ma meglio delineata: la struttura operativa, a quanto apprende l'Adnkronos, avrebbe a capo un coordinatore che interverrebbe solo su alcuni argomenti editoriali, sulla cronaca per esempio, e temi su cui non c’è necessità di diverse linee editoriali: non su politica, esteri ed economia che resterebbero appannaggio dei singoli tg. "Tutt'altro - si fa notare - che un controllo delle testate che restano con le loro linee indipendenti e responsabilità separate". La newsroom consentirebbe, "una migliore organizzazione delle risorse" solo su alcuni tipi di attività giornalistiche ed è destinata, nelle intenzioni di Salini, a produrre un maggior numero di servizi a disposizione delle testate. L'obiettivo che si propone il piano, insomma, è "l'efficienza operativa".

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