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Rai, piano pronto: ecco come sarà

04 marzo 2019 | 20.44
LETTURA: 4 minuti

Progetto Salini punta a risparmi per circa 40 milioni al 2020

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il piano industriale dell’ad Fabrizio Salini è pronto. I consiglieri, a quanto apprende l’Adnkronos, lo hanno ricevuto questa mattina, accompagnato da 5 allegati (il Progetto Editoriale, che riguarda anche l’offerta televisiva; il Progetto News; il Progetto del Canale in Inglese; il Progetto del Canale Istituzionale, il Progetto per le Minoranze Linguistiche), e ne stanno studiando i dettagli in vista del voto di mercoledì, che ad oggi sembrerebbe trovare il favore della maggioranza del Cda. Fra le cose certe di un piano che dovrebbe portare risparmi per circa 40 milioni di euro nel 2020, spicca la scomparsa della newsroom unica integrata ai Tg i cui direttori resterebbero, quindi, gli unici detentori delle rispettive linee editoriali, come era stato chiesto da più parti nel Cda, (in primis dal presidente Foa) a tutela del pluralismo del servizio pubblico in armonia con la ‘biodiversità’ politica italiana.

Sull'informazione, in sostanza, ci sarebbero due step : il primo accorperebbe in una redazione unica, con relativo direttore, la Tgr, Rainews.it, Televideo e Rainews24. Redazione unica cui farebbe capo anche il nuovo portale web con accesso unico, del quale però non sono ancora tratteggiati i dettagli.

Il secondo step, anche cronologicamente, sarebbe costituito dalla creazione di una sorta di servizio orizzontale (sempre in capo alla newsroom di cui sopra) su “notizie fattuali non rilevanti” che tradotto significa questo: se c’è una conferenza stampa nella quale occorre raccogliere una dichiarazione, si può evitare la triplicazione di troupe e mandare una sola telecamera con evidenti risparmi, non essendoci la necessità di esprimere diverse linee editoriali. Di contro, quando si tratta di un racconto che può comportare una lettura 'politica', scenderanno in pista i tre Tg ognuno con la propria linea. Un aspetto, questo, di cui è stato Foa l’alfiere, perché rientra nella sua concezione di una Rai Servizio Pubblico che rimanga sempre garante del pluralismo.

E ora le nuove direzioni: Intrattenimento Culturale, Fiction, Cinema e serie tv, Documentari, Ragazzi, Format, Approfondimento Informativo. A quest'ultimo, aggiunto in zona Cesarini, dovrebbe spettare il coordinamento dei programmi di approfondimento che non dipendono dalle testate. Programmi come ‘Porta a porta’, ‘Amore Criminale’, ma anche ‘Chi l’ha visto’, ‘Presa diretta’, ‘Report’, ‘Petrolio’, ‘Che Tempo che fa’.

Nel piano non compare, però, il modello organizzativo della corporate che dovrebbe far parte di una documentazione successiva che approderà sul tavolo di uno dei prossimi Cda. Per questa ragione, al momento, non si può dire con certezza se la figura del direttore generale ritornerà in aggiunta all'amministratore delegato. C’è, invece, un’altra novità su questo fronte, la nascita di una Direzione di Pubblica Utilità, nell’ambito dello staff dell’amministratore delegato, che riguarderà temi come l’accessibilità del servizio pubblico per i disabili, dai sottotitoli per non udenti a molto altro, come richiesto dal contratto di servizio. Novità anche sul fronte della Direzione Relazioni Istituzionali che dovrebbe rientrare nello staff dell’ad e uscire, quindi, dalla Direzione Comunicazione. Infine la radio rispetto alla quale è uscita di scena la divisione tra Gr e Radio 1.

Infine, tornando a una delle criticità oggetto di dibattito nella scorsa settimana, il canale in inglese andrebbe sotto Rai Com, la consociata Rai a vocazione commerciale. E questo è il punto. Il canale, stando a quanto scritto nel piano, avrà anche il compito di promuovere imprese italiane all'estero e accoglierà a questo scopo anche finanziamenti privati. Questo, secondo alcuni consiglieri, potrebbe compromettere lo spirito del contratto di servizio che indica la necessità di promozione dell'Italia, della sua cultura, dei suo valori ed eccellenze, ma sempre in uno spirito di servizio pubblico.

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