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Tav, Di Maio e Salvini tengono il punto

05 marzo 2019 | 13.44
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(Fotogramma)
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Il premier Giuseppe Conte ostenta ottimismo e con un sorriso, al termine del vertice, assicura ai cronisti che il governo di certo non cadrà sulla Tav e che la parola definitiva arriverà entro venerdì. Ma nel corso del vertice a Palazzo Chigi, a quanto si apprende, le posizioni di Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono rimaste lontanissime, o meglio diametralmente opposte, sul disco verde o rosso all'Alta velocità. Fermo il leader della Lega sulla necessità di andare avanti spediti e chiudere l'opera, no convinto dei 5 Stelle -al vertice era presente anche il ministro Danilo Toninelli- a mettere la parola fine a un'opera da sempre invisa al mondo grillino.

Di Maio, viene riferito all'Adnkronos, nel corso della riunione avrebbe ribadito forte e chiaro il no all'opera e spiegato come per il Movimento non ci siano piani B che tengano. Esclusa, dunque, l'opzione mini-Tav circolata nei giorni scorsi. Per non perdere i fondi europei -lunedì il cda della società Telt deciderà sull'avvio dei bandi di gara- l'unico piano B possibile, per Di Maio e i suoi, consiste nel puntare su altre opere o, al massimo, rafforzare la linea storica, quella esistente ed attualmente a binario unico.

Della mediazione, ancora una volta, viene investito il premier, che assicura che "non peseranno le posizioni pregiudiziali, né della Lega né del M5S: non ci saranno interessi partitici o di Movimento" a prevalere. Ma assicura anche che alla base del tavolo che, a partire da domani sera, potrebbe essere convocato "ad oltranza" ci sarà quell'analisi costi-benefici che tanto ha fatto storcere il naso alla Lega.

Ma dalle file del Carroccio piena fiducia viene espressa nelle capacità di mediatore del presidente del Consiglio. "Stiamo lavorando per la soluzione migliore - dice il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari - partendo da dati oggettivi. La soluzione è nelle mani del presidente Conte, le posizioni di partenza sono note. Siamo fiduciosi che si risolverà tutto per il meglio". "Sono ore frenetiche - aggiunge all'AdnKronos il presidente dei deputati del Carroccio - ma non ho la sfera di cristallo".

Intanto dal Pd arriva una mozione di sfiducia al ministro Toninelli sulla Tav. "La vicenda della Tav Torino-Lione è indicativa di come il Ministro stia affrontando l'intera materia delle infrastrutture nel nostro Paese". Un lungo testo in cui si ripercorrono le tappe della vicenda, la discussione all'interno del governo Lega-M5S, le proposte emerse, come l'ipotesi 'mini Tav, giudicata dai dem "come una maldestra exit strategy dalla situazione politica che si è venuta a creare nella maggioranza di Governo". Inoltre, per il Pd, "dall'evoluzione della vicenda Tav Torino-Lione, emerge che il Ministro avrebbe spudoratamente mentito al Parlamento e al Paese nonché al Governo Francese e alla Unione Europea sottoponendo all'attenzione di tutti una analisi costi/benefici palesemente infondata e ora oggetto di 'aggiustamenti' da parte del Presidente del Consiglio". "Il suddetto comportamento appare del tutto incompatibile con il ruolo ricoperto; Visto l'articolo 94 della Costituzione; visto l'articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica; esprime la sfiducia al Ministro delle Infrastrutture e lo impegna a rassegnare immediatamente le dimissioni".

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