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Tav, aria di crisi

09 marzo 2019 | 08.05
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Malumore nel M5S, con Buffagni che ventila la rottura. Ma Salvini frena: "Ci vuole buonsenso". Cauto anche Centinaio. E intanto l'opposizione attacca

(Afp)
(Afp)

Una tiepida aria di crisi sfiora il governo, ancora incerto e diviso sui destini della Tav. Ancora ieri, la Torino-Lione si è mostrata come il tallone d'Achille dell'esecutivo gialloverde, il vero nodo su cui - contratto o meno - la maggioranza non riesce proprio a trovare la quadra. Troppo distanti le posizioni, tanto da far decidere a Di Maio di tenere una conferenza stampa dai toni decisamente netti.

A Salvini che in mattinata chiudeva a un nuovo vertice di governo sul tema, ribadendo la necessità di andare avanti - "Nel contratto di governo c'è la revisione dell'opera, che ci sta, che è giusta. Rivedere un'opera è importante, intelligente, tutto è migliorabile, però - affermava - fermarla no, conto che il buon senso prevalga" -, il collega vicepremier e capo politico M5S ribatteva: "Non è questione di testa dura, non siamo bambini. Qui bisogna sedersi al tavolo ed evitare di vincolare i soldi degli italiani". E ancora: "La questione ora è politica, non tecnica" e, d'altra parte, "l'analisi costi-benefici ha confermato che" dietro il no Tav dei 5 Stelle "non c'era un motivo ideologico, ma un fondamento scientifico. Quest'opera non si tiene in piedi, non è profittevole". Un pensiero distante anni luce da quello del collega di governo, tanto da far aprire la conferenza stampa a un Di Maio "piuttosto interdetto" dal "fatto che non noi, ma la Lega ieri abbia messo in discussione il governo legandolo al tema Tav".
E se nel M5S il malumore per le posizioni del Carroccio non è di certo un segreto, c'è chi nel Movimento si espone parlando apertamente di crisi già in atto. Come Stefano Buffagni, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: "Credo - ha detto - che non ci sia da aprire una crisi, una crisi è già aperta. C'è un momento di crisi. Ne abbiamo letti tanti sui giornali, invece stavolta una difficoltà c'è". Parole forti, poi mitigate nel corso della giornata, ma senza mutarne il senso: "Salvini ieri (giovedì, ndr) ha fatto questa dichiarazione: se si mette in discussione il contratto di governo, è Salvini che sta mettendo in discussione il contratto di governo. E' evidente che il problema esiste, è Salvini - ha ribadito Buffagni - che sta facendo la sua scelta".
Dopo una giornata convulsa e dalla tensione altissima, Matteo Salvini in serata ha provato a rassicurare gli animi: "Nessuna crisi di governo e nessuna nostalgia del passato - ha detto -, lavoriamo per unire e per dare lavoro, sviluppo e futuro all'Italia. Col buonsenso si risolve tutto". Affermazioni cui Luigi Di Maio non ha mancato di replicare, sottolineando ancora una volta le priorità Cinquestelle: "Il governo e la sua tenuta sono una cosa seria, stiamo parlando del Paese. Io voglio solo che si rispetti il contratto e non si faccia cadere il governo, questo - ha ribadito - è buon senso".

A calmare le acque, stamane, Davide Casaleggio. A Milano per la kermesse di Palazzo delle Stelline, il fondatore di Rousseau taglia corto: "Non penso ci sia una crisi di governo. Oggi siamo qui per parlare di Villaggio Rousseau, so che avete questo focus, ma oggi siamo qui, in un bell’evento di partecipazione come ce ne sono stati tanti".

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