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Compromesso sulla Tav

10 marzo 2019 | 08.25
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Ancora nessuna decisione. Conte scrive a Telt: "Capitolati solo con il nostro sì". Domani partiranno solo gli "inviti a presentare le candidature" relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base.

(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Ancora nessuna decisione solo un rinvio. Un compromesso che per ora ha rimesso in sicurezza il governo gialloverde dopo giorni in cui sembrava prorio che i vicepremier Di Maio e Salvini non fosse possibile trovare un punto di intesa sulla Tav.
Si va verso un rinvio dei bandi, aveva fatto sapere Palazzo Chigi. Bandi che "partiranno tra 6 mesi solo se Italia Francia raggiungeranno un accordo serio. Tutto questo senza nessun costo per lo Stato e senza toccare i soldi degli italiani", scrive su Fb il sottosegretario al Mef, Laura Castelli dei 5 Stelle.
Con una lettera, in cui si evita il termine 'bandi', il premier Giuseppe Conte ha chiesto alla di Telt "soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara, al fine di evitare che soggetti terzi possano formulare offerte per la realizzazione dell'opera, condizionando, per tale via, le libere, definitive determinazioni che il mio governo si riserva di assumere nel prossimo futuro". Secondo, di "assumere impegni di spesa gravanti sull'erario italiano" e, ancora, di "adoperarsi per non pregiudicare gli stanziamenti finanziari posti a disposizione dall'Unione europea". Quindi domani a Parigi il Cda della telt autorizzerà la sua direzione a pubblicare gli 'avìs de marchés' (inviti a presentare candidature) "relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo per la presentazione alla Commissione del finanziamento per l'anno 2019 (Asr 2019)". Quindi al momento Telt non farà partire nessun capitolato di gara, che non partirà mai senza l'avallo del governo italiano e del governo francese, limitandosi per il momento "esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato". Un intervento necessario per non perdere 300 milioni di finanziamenti europei.
Per sei mesi quindi non verranno affidati i lavori e - sulla base della clausola di dissolvenza - il governo (sia quello italiano sia quello francese) potrà ritirarsi prima di far partire i cantieri. Basterà motivarlo.

"Ho chiarito che questo governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a 'ridiscutere integralmente' questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l'Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati", scrive il presidente del Consiglio in un post su Facebook, a proposito della lettera inviata a Telt.

"Non c'è nessuno che vince o che perde, la Lega governa perché vincano gli italiani", taglia corto il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, dopo gli ultimi sviluppi. Di Maio, dal canto suo, dopo aver ringraziato Conte "perché il lavoro che ha fatto è stato determinante nell'interlocuzione con Telt", ha sottolineato in diretta Facebook che "far rispettare il contratto di governo è rispettare i soldi delle tasse degli italiani. Noi abbiamo chiesto di non vincolare i vostri soldi ad un'opera che è stata messa in discussione da un'analisi costi-benefici. Siccome questa opera è stata messa in discussione, non potevano permettere che lunedì si prendessero i vostri soldi e si vincolassero inutilmente a un'opera messa in discussione".

Insomma, come ribadito da Salvini, "non ci sarà nessuna crisi di governo". Ma sul contratto con gli alleati, il leader del Carroccio è netto: "Ricordo che nel contratto c'è la revisione dell'opera, si può rivedere il progetto, risparmiare sui costi, ma non sta scritto da nessuna parte che l'opera debba essere cancellata". "Resto convinto che si debba fare", spiega ancora il leader del Carroccio, che ribadisce come sia "importante che si dia un segnale di partenza e apertura". In ogni caso, "se un accordo non si trova al governo si può trovare nel Parlamento o nel Paese", continua il vicepremier: "Io sono disponibile a tutto, a un pronunciamento del Parlamento, a un pronunciamento degli italiani con un referendum".

"Non abbiamo mai parlato di crisi di governo: siamo responsabili e siamo sempre stati disponibili, e lo siamo oggi, a cedere qualcosa per il bene comune", il commento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti a 'In mezz'ora in più' su Rai Tre. "C'è soprattutto la necessità di ridiscutere le condizioni economiche: ricordo che, non so per quale motivo, l'Italia si è caricata sostanzialmente una quota di costi maggiore rispetto alla Francia. Può darsi - ha continuato il sottosegretario - che questa fase permetta di riequilibrare in modo corretto e paritario la contribuzione finanziaria".

Roberto Fico, a Napoli per un convegno sulla criminalità minorile ospitato dal Circolo Posillipo, intervenendo sullo scontro di governo sull'alta velocità ha ribadito comunque il secco 'no' dei Cinque Stelle all'opera come uno dei punti cardine del Movimento. Il no alla Tav, spiega, "non è un atto ideologico" ma "una battaglia identitaria del Movimento 5 Stelle". "Il Movimento 5 Stelle è ancora saldamente contro la Tav? Sì, io sento così", risponde poi il presidente della Camera, che aggiunge: "Abbiamo visto tutte le relazioni che sono negative, senza contare che, non solo in Italia, ogni volta purtroppo che un'opera va avanti in un certo modo crescono anche le spese che in questo momento non sono a bilancio".

"Sulla Tav un pasticcio indecente e un danno immenso alla credibilità dell'Italia" twitta il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. "Così si distrugge la fiducia. Il governo si tiene insieme solo per un patto per la gestione del potere. Spero provino vergogna. È tempo di cambiare". "La lettera di Palazzo Chigi a Telt parla esplicitamente di non fare partire i capitolati d'appalto lasciando aperto un piccolo spiraglio, non chiarissimo. E vedremo lunedì", commenta il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino. "E' come se il governo dicesse di far partire le manifestazioni di interesse sapendo già che i capitolati d'appalto non saranno mai affidati. E roba degna di repubblica delle banane", ha aggiunto.

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