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La previsione di Silvio

11 marzo 2019 | 19.10
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"Governo cadrà per le sue divisioni interne, ma soprattutto perché sta portando l’Italia alla paralisi"

(Adnkronos)
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"Sono convinto che questo governo sia destinato a cadere per le sue divisioni interne, ma soprattutto perché sta portando l’Italia alla paralisi, alla recessione, a una crisi di una gravità assoluta". L'affondo all'esecutivo arriva da Silvio Berlusconi ai microfoni di 'Radionorba'. "Ogni voto dato a Forza Italia - dice il Cavaliere - è un voto che non solo darà un futuro diverso ai cittadini, ma avvicinerà anche la fine di questo governo che è il peggiore della nostra Repubblica".

Secondo il leader di Forza Italia "esiste nel governo una componente di sinistra, questi 5 stelle, che sono peggio della vecchia sinistra comunista, e loro si definiscono comunisti di strada per distinguersi da quelli che chiamano comunisti da salotto che sono quelli del Partito democratico, ma non hanno la competenza dei quadri del vecchio Partito comunista che uscivano da una scuola politica di prim’ordine e poi molti di loro avevano governato province, comuni e regioni e sapevano cos’era l’amministrazione pubblica".

Riguardo al Carroccio, "sono convinto che prima o poi gli elettori di centrodestra chiederanno conto anche alla Lega degli errori e dei fallimenti di questo governo, mi auguro davvero che Salvini cambi strada al più presto”. "La Lega - continua il Cav - dovrebbe essere espressione di una visione economica diversa, opposta a quella dei 5 stelle: gli elettori della Lega, che sono anche i nostri elettori, ci avevano votato un anno fa sulla base di un programma che prevedeva quell’equazione dello sviluppo e del benessere che si concentra su meno tasse, meno burocrazia e su più infrastrutture. Questo governo sta facendo esattamente l’opposto, la politica economica è stata appaltata tutta a Di Maio e Toninelli, due persone su cui preferisco non dare giudizi, mi chiedo sino a quando la Lega potrà permettersi di andare avanti in questa coabitazione innaturale".

BASILICATA - Quanto alle elezioni regionali in Basilicata, Berlusconi le considera "non un test politico nazionale ma un'occasione che i lucani meritano per riappropriarsi del proprio futuro, un futuro per troppo tempo compromesso dall’incapacità, dall’immobilismo e dal fallimento delle giunte di sinistra. Tuttavia non mi sfugge il significato politico di una tornata elettorale che confermerà ancora una volta, ne sono certo, che il centrodestra è la maggioranza naturale degli italiani, come d’altronde è stato dimostrato dal 4 marzo in poi ogni volta che gli italiani si sono recati alle urne: Forza Italia rappresenta i liberali, i cattolici, i moderati, quell’altra Italia, come a me piace definirla, che dalla politica si aspetta serietà, onestà, operatività, competenza e fatti". E "il generale Bardi, candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Basilicata, sarà un simbolo di legalità in una Regione che negli ultimi anni è stata turbata da troppi scandali".

Per il leader di Forza Italia bisogna "azzerare il cuneo fiscale al Sud coprendolo con il fondo sociale europeo, dimezzando la spesa per le imprese le quali saranno molto invogliate a investire e ad assumere nelle regioni che noi governeremo e potranno permettersi a fronte di un risparmio di lasciare qualche centinaio di euro in più nella busta paga del nuovo assunto".

EUROPEE - Poi le elezioni europee. "Mi candiderò in tutta Italia con l’esclusione dell’Italia centrale - dice il Cav - perché lì candideremo il nostro Antonio Tajani, che è considerato in Europa il miglior presidente nella storia del Parlamento europeo". "Mi candido - sottolinea - perché sento ancora dentro di me il senso di responsabilità per cui sono sceso in campo 25 anni fa, sono molto preoccupato per il futuro dell’Italia, dell’Europa e del mondo, sono molto preoccupato del futuro dei miei figli, dei miei nipoti e di tutti i cittadini". "Mi candiderò al Sud - spiega ancora - anche perché sono convinto che il Sud sia condizionato in misura decisiva da quello che succede in Europa, Europa che oggi non funziona. E' diventata un'Europa burocratica, ragionieristica, lontana dal progetto dei suoi padri fondatori, assolutamente è un'Europa da cambiare e comunque l’Italia non ha mai neppure saputo sfruttare le opportunità che le sono state offerte da questa Europa così com’è, e questo per responsabilità dei governi nazionali ma anche dei governi regionali della sinistra che per esempio hanno usato molto poco e male i diversi fondi europei a disposizione".

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