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"Crisi climatica globale", l'allarme di Mattarella

12 marzo 2019 | 13.27
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"Gli sforzi compiuti nelle diverse conferenze internazionali, che si sono succedute, hanno, sin qui, conseguito risultati significativi ma parziali e ancora insufficienti. Siamo sull'orlo di una crisi climatica globale, per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello planetario. E' il senso della sollecitazione sottoscritta, nell’autunno scorso, da alcuni Capi di Stato europei". Lo ha sottolineato il Capo dello Stato Sergio Mattarella nel corso del suo intervento al Teatro Comunale di Belluno in occasione della commemorazione della tragedia del Vajont.

"Qui in Veneto abbiamo avuto un positivo esempio di come la attivazione, in via preventiva, della rete di Protezione civile abbia potuto mitigare le conseguenze del disastro sulle persone, sulla base di accurate previsioni meteorologiche - ha spiegato il Capo dello Stato -. E' la conferma di come il modello di collaborazione tra Regione, Prefetture, forze del volontariato, possa giocare un ruolo prezioso non solo nell'emergenza delle catastrofi una volta avvenute ma, ltresì, sul terreno della prevenzione per ridurne o evitarne le conseguenze" ha aggiunto. "E' una lezione, che va fatta propria da tutte le istituzioni quando sono chiamate a compiere scelte che riguardano il futuro".

Mattarella ha spiegato che "mai come in occasione della tempesta Vaia è stato chiaro, all'opinione pubblica italiana, che i mutamenti climatici in atto nel mondo comportano effetti pesanti anche sull'ambiente del nostro Paese e sulle condizioni di vita della nostra popolazione". "E' a Belluno, oggi, che avviamo questa riflessione - ha aggiunto -. E' giusto farlo sulle Alpi. E' giusto che sia la montagna, grande questione nazionale, assieme a quella di tutte le aree interne, a proporci, ancora una volta, il tema delle risorse naturali di questo nostro Paese, della loro tutela, della garanzia ai cittadini della "sicurezza dei territori" in cui vivono, come ha sottolineato il presidente della Provincia di Belluno".

Dopo aver visitato il cimitero monumentale di Fortogna Longarone che accoglie le 2mila vittime della tragedia del Vajont, Mattarella ha sottolinea che le "opere di contenimento e regimentazione, se non suffragate dall'apprendimento delle precedenti esperienze, talvolta ottengono risultati opposti a quelli prefissati violando equilibri secolari da difendere. Diversamente, rischiamo di ritrovarci altre volte a piangere vittime, frutto non della fatalità ma drammatica conseguenza di responsabilità umane. L'amara e indimenticabile esperienza del Vajont ce lo insegna ogni momento".

"Di fronte a tragedie come quella del Vajont la Repubblica è chiamata, anzitutto, a esprimere il proprio dolore a quanti, vittime e sopravvissuti, ne sono stati colpiti. Ma non si può limitare al cordoglio - ha ammonito ancora Mattarella. - Come ho detto questa mattina, al Cimitero di Fortogna, ai rappresentanti delle associazioni che di quella tragedia custodiscono la memoria, la Repubblica è, in qualche modo, responsabile di quanto avviene sul suo territorio e quindi ha motivo di scusarsi con chi ha sofferto le conseguenze di disastri di questo genere. Ma la Repubblica è anche, al contempo, vittima anch'essa delle scelte e dei comportamenti di coloro che hanno concorso al realizzarsi di immani sciagure come quella e io, rappresentando la Repubblica, mi colloco accanto a chi avverte il dolore di quei lutti immani e sono tra coloro che ne conservano la memoria", ha sottolineato.

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