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Le sfide di Zingaretti

17 marzo 2019 | 07.15
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Debutto in assemblea Pd per il neo segretario, tra progetti per il futuro e incertezze sugli equilibri dell'organismo dem. E c'è già il primo strappo: Ascani e Giachetti non voteranno Gentiloni presidente

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

di Mara Montanari

Nicola Zingaretti farà il suo primo discorso da segretario oggi all'assemblea nazionale del Partito Democratico. Traccerà le linee, il progetto, la struttura del 'suo' Pd. Un discorso, ovviamente, a 360 gradi. Dai temi caratterizzanti - tra questi il lavoro e l'ambiente, dicono i suoi - all'organizzazione del partito sul modello 'piazza grande' ovvero aperto alla società, poi il sistema di alleanze, l'Europa ovviamente in vista del 26 maggio e quindi l'opposizione al governo gialloverde. Alla Lega, in particolare, di cui il Pd aspira a diventare il competitor se si andrà verso un nuovo bipolarismo con il ridimensionamento dei 5 Stelle.

Per Zingaretti la prima prova arriverà subito, domenica prossima alle regionali in Basilicata. Finora 'l'effetto Zinga' sta premiando i Dem nei sondaggi che, a livello nazionale, sono ormai a un'incollatura dai 5 Stelle. In Basilicata, la partita è difficile per il centrosinistra ma Zingaretti non se ne terrà lontano. Anzi. E' atteso in settimana nella regione. Già oggi, probabilmente.
L'assemblea eleggerà il nuovo presidente, i vice, il tesoriere, la Direzione. Insomma, prenderà forma il nuovo gruppo dirigente. E il cambio di passo rispetto al passato renziano diverrà concreto anche nella composizione dei vertici e nei numeri della nuova maggioranza. Intanto la platea dell'assemblea. Composta in maniera proporzionale rispetto al risultato delle primarie vede una schiacciante maggioranza per Zingaretti: circa 660 su 1000 i delegati eletti con la mozione del presidente della Regione Lazio. Circa 220 per la mozione Martina e 120 per quella Giachetti.

Equilibri che si riproporranno anche nella nuova Direzione di 120 membri che sarà eletta stamane. L'area che aveva sostenuto Martina dovrebbe contare circa 28 membri, e tra questi Luca Lotti e Lorenzo Guerini. Saranno circa 12 per la mozione Giachetti. Un'ottantina per il neo segretario Nicola Zingaretti. Numeri solidi per il neosegretario che, tra l'altro, potrebbe anche avvalersi della possibilità (prevista dallo Statuto di era veltroniana) di nominare 20 personalità, con diritto di voto, provenienti dal mondo della cultura, associazionismo, imprese.

Sui nomi della nuova Direzione è probabile che si continuerà a discutere ancora per tutta la giornata di oggi in assemblea. Nella minoranza, o meglio tra le diverse componenti della minoranza, non si è ancora trovato l'accordo sugli equilibri dell'organismo dem. La dialettica è tutta interna alla mozione Martina. Da una parte i 'lottiani', dall'altra l'ex-segretario, Graziano Delrio, Matteo Richetti e Matteo Orfini.

La proposta Martina è quella di dividere '50 e 50' i circa 28 posti che andrebbero assegnati alla mozione. Per i 'lottiani' che sostengono di aver eletto molti più delegati in assemblea, la proporzione dovrebbe essere '70 a 30'. Se ne discuterà ancora e se non si troverà una mediazione potrebbe anche andare a finire che, in assemblea, ognuno si voterà i suoi.

Visto il confronto ancora aperto, è difficile al momento dire quali saranno i vicepresidenti dell'assemblea (incarichi che di norma vanno alla minoranza). In pole per ora ci sono Simona Malpezzi e Anna Ascani. Qualche certezza in più invece c'è sul nuovo presidente dem, che dovrebbe essere Paolo Gentiloni.

Contrari all'elezione dell'ex premier, finora, solo Roberto Giachetti e Ascani, che ieri sera in una nota hanno annunciato l'intenzione di voto: "Nel corso di una partecipatissima riunione alla sede del Nazareno - scrivo Ascani e Giachetti - i rappresentanti della mozione Sempre avanti hanno deciso - in coerenza con quanto sostenuto per tutto il corso del congresso - di astenersi sul voto sul Presidente del partito indicato dalla maggioranza di Nicola Zingaretti. Non è una scelta sulle persone. Ma alla luce dell’indicazione da parte del segretario di un Presidente di maggioranza - già avanzata durante la campagna congressuale - non può esserci condivisione ex post, da parte di chi ha scelto di non chiedere incarichi e di stare lealmente in minoranza. Avremo preferito certamente un altro metodo: una condivisione reale con la minoranza di una figura terza ma rispettiamo la scelta fatta dalla maggioranza. Per questo, con la consueta chiarezza, gli eletti della lista che ha sostenuto Roberto Giachetti ed Anna Ascani domani (oggi, ndr.) non voteranno, quindi, Paolo Gentiloni".

Intanto, però, l'ex segretario Renzi - mentre affida a Ettore Rosato l'incarico di strutturare i suoi Comitati civici - continua a ostentare fair play nei confronti di Zingaretti. "Non lo ostacolerò con il fuoco amico", ha ripetuto anche ieri.

Il tesoriere sarà invece Luigi Zanda che ha già iniziato a muoversi nel suo nuovo ruolo, rilanciando la sua proposta (depositata a luglio dello scorso anno) per ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti, in una forma riveduta e corretta.

LE ANTICIPAZIONI DEL DISCORSO - Dodici cartelle circa per 30/40 minuti di intervento al netto di inserimenti a braccio. Nicola Zingaretti è pronto al discorso per l'assemblea, il primo da segretario dem. Diversi i punti che il presidente della regione Lazio intende mettere a fuoco. Intanto, spiegano i suoi, un passaggio netto sull'Europa, in previsioni del voto a Maggio, e sulla Brexit. Lo spirito dell'intervento è quello di un'apertura del partito, praticata già da Zingaretti in questo anno di iniziative con 'Piazza grande', a tutte quelle esperienze di movimenti, associazioni, rivendicazioni che dal basso hanno dimostrato di saper aggregare i cittadini. Dal movimento delle donne contro il Ddl Pillon (che ha visto anche la sua partecipazione alla protesta di piazza a Roma nei mesi scorsi) alla manifestazione contro il razzismo People a Milano, passando per la straordinaria mobilitazione di decine di migliaia di giovani studenti medi contro i cambiamenti climatici, avendo dedicato lui la vittoria a Greta Thunberg. Insomma un Pd, si spiega, "che esce dalla torre d'avorio dove si è rintanata in questi anni e torna a dialogare, anche attraverso i forum tematici aperti ai non iscritti al partito, con la società civile, con le esperienze civiche". In questo spirito si inserisce anche l'intenzione di cambiare la sede del Pd. Quindi un passaggio sull'organizzazione del partito e sulla centralità dei territori (già nella sua mozione si faceva accenno, ad esempio, a una quota di risorse economiche da destinare con certezza ai circoli e alle federazioni provinciali del Pd). Infine il primo atto da segretario. Domani Zingaretti sarà a Potenza per le regionali in Basilicata di domenica 24 marzo.

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