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Castrazione, in quali Paesi è prevista

28 marzo 2019 | 19.38
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Dall'Europa alla Corea del Sud, dalla Russia agli Stati Uniti. La castrazione chimica, come procedimento da adottare nei confronti di soggetti rei di violenza sessuale, è prevista dall'ordinamento di una serie di Paesi. Il tema entra nel dibattito politico italiano in virtù dell'emendamento presentato dalla Lega al disegno di legge che introduce norme a tutela delle vittime di violenza e di violenza di genere, attualmente in discussione alla Camera.

Il quadro europeo si presenta estremamente variegato se si considerano le norme di Finlandia, Germania, Svezia, Belgio, Francia, Estonia. I provvedimenti si differenziano per l'età e per la pericolosità dei soggetti a cui è applicabile il trattamento farmacologico. In linea teorica, la legge varata in Polonia nel 2010 non contempla la volontarietà del soggetto come condizione indispensabile per l'attuazione del protocollo. In Russia, nell'ottobre 2011 è stata approvata la legge che prevede la prescrizione del trattamento per soggetti che abbiano usato violenza su minori di 14 anni.

In Asia, spicca la normativa sudcoreana che dal 2011 attribuisce ai giudici la facoltà di ordinare la castrazione chimica per chi abbia violentato minori di 16 anni. In Indonesia, un provvedimento simile è in vigore dal 2016 su iniziativa del presidente Jodo Wikodo. Dall'altra parte del pianeta, negli Stati Uniti, sono almeno 9 gli Stati ad aver fatto ricorso alla 'chemical castration', con la California a fare da apripista.

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