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Grillo-show a Genova

31 marzo 2019 | 07.33
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Sul palco del Politeama Genovese il comico porta in scena il suo 'Insomnia'

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Dalla genesi del Movimento, alla satira sul governo giallo-verde, da Di Maio a Bonafede, poi i leghisti, la Legittima difesa, il Pd. Ma anche il rapporto con la sua Genova, la famiglia, la madre, il padre, i figli, la figlia che 'fa la cuoca (nrd: si tratta della chef Valentina Scarnecchia) che fa delle cose bellissime, peccato che non si possano mangiare', e i ricordi personali, dal porto alla gioventù fino alla chiusa su Donato Bilancia.

Beppe Grillo non risparmia nessuno, è un fiume in piena sul palco del teatro Politeama Genovese, nella sua città, dove in due ore di show incassa applausi e scherza su tutto e tutti, in casa e fuori casa, dall'attualità ai temi leggeri, dal presente all'innovazione al futuro, ai temi più seri.

L'ironia è la stessa di sempre per il comico genovese che torna sotto la Lanterna per le ultime due tappe del tour del suo 'Insomnia', sottotitolo "...ora dormo!", lo spettacolo che ha portato in giro per l'Italia, nei teatri, negli ultimi mesi.Vestito comodo, di nero, e smessi i panni del padre fondatore Grillo torna in quelli di comico che non resiste alla battuta, a nessuna: sul palco porta solo un letto, una sorta di 'habitat dell'insonne' (come da titolo dello spettacolo) seduto sul quale si interroga su tutto e, dandosi una risposta, la racconta al suo pubblico. E lo fa ridere.

Alla prima di ieri sera a Genova è stato un tutto esaurito, applausi in platea dove a seguirlo c'erano sia il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che il presidente dell'Associazione Rousseau Davide Casaleggio, i vertici liguri del M5S ma anche la base del movimento, e poi elettori e semplici cittadini, simpatizzanti e appassionati. Tutto occupato tranne due posti rimasti vuoti a spettacolo iniziato: "Chissà che fine hanno fatto questi due", dice lui in scena. E scattano le risate. L'insonnia, come momento di riflessione e pretesto per parlare di tutto, senza risparmiare battute.

"Il Movimento è nato perché non digerivo e non dormivo, se dormivo col cazzo che nasceva, pensavo ad altro, pensavo alla mussa", scherza il fondatore dei Cinque Stelle con un riferimento in genovese alla 'mussa', la vagina tradotto in senso stretto, ma che in gergo e in senso più ampio nel linguaggio corrente dialettale indica una sineddoche che sottintende le donne, una parte per il tutto.

Poi tocca al governo, da Toninelli che "è il miglior ministro delle Infrastrutture d'Europa -dice Grillo- ha questa leggera sindone di Asperger ma ne avessimo come lui" a Di Maio che "è una garanzia, speriamo senza l'avviso". Ma poi sull'Asperger torna, a spiegare che il suo non è un modo per prendere in giro nessuno ma per sottolineare quelle peculiarità che "abbiamo tutti, anche io". Poi arriva all'attualità: "Se parliamo di legittima difesa -continua- dico che se mi entra in casa un leghista gli tiro un libro, nella speranza che se lo legga". Ma ce n'è anche per il Partito Democratico. "Il Pd è morto per una questione di narrazione, è morboso, non ha senso dell'umorismo. Martina sembrava il maggiordomo della famiglia Addams", sorride. "Loro godono del loro insuccesso, per dire 've lo avevamo detto'".

Tra le critiche c'è posto anche per i giornalist i: "Non ci può essere una democrazia con un giornalismo così -aggiunge polemico- fanno le trasmissioni per mettere uno contro l'altro". C'è poi tanta Genova nelle parole di Grillo sul palco, quella del ricordo, quella del grande porto, e quella del dopo ponte Morandi e delle infrastrutture attese. "Questa è una città strana -dice- che subisce cose tremende. Adesso il traffico: dopo il ponte, il traffico sembra che vada meglio di quando c'era il ponte. Tutto sto casino per fare il ponte, meraviglioso, che unisce. Ci vuole. E il ponte, e il nostro porto, il Terzo Valico. Vorrei chiedere a uno di voi, tu sei giovane, avrai 92 anni..". Il tema della città anziana ricorre.

"Abbiamo fatto un'indagine, come sarà il lavoro nel 2025? Nel 2025 ci saranno più 65enni che 15enni. E a Genova chi li farà i lavori? Io lo so ma non vi posso dire tutto subito". "Siamo i più anziani d'Italia -prosegue Grillo- una delle città più anziane d'Europa, dopo i giapponesi siamo i più anziani del mondo. Siamo anziani. Sono anziano anch'io". Dalle due ore di spettacolo non resta fuori neanche il piano internazionale. "Abbiamo due dighe contro la Cina -sottolinea serio- creatività, che loro non hanno, e istruzione. Per dare la possibilità a ciascuno di noi di fare quel che si sente, occorre un reddito universale. Un reddito a chiunque perché sei vivo".

"In Cina -aggiunge Beppe Grillo- sono i primi nella tecnologia, nella quantistica, nell'acciaio con 860mila tonnellate in un anno, a Taranto sei. Sono due mondi diversi. Ma noi abbiamo delle cose per tenergli testa: creatività e istruzione".

"Perché io ho fatto il comico? Io avevo un padre nato nel 1898. Quando sono nato aveva 51 anni più di me. Un uomo che ha fatto 2 guerre, inseguito i tedeschi, lo hanno silurato in mare, una vita incredibile e non ha mai raccontato niente. Aveva una sua filosofia, e non rideva mai", racconta poi parlando di sé dal palco. "Ha sposato mia mamma che era una bambina, 16 anni, lui ne aveva 35. Io avevo un casino in casa, altro che famiglia che dicono a Verona, noi eravamo avanti", prosegue.

"Mio padre non ha mai riso, aveva questo dolore -conclude-. Un uomo tutto d'un pezzo. Andavo a casa, preparavo una battuta, la dicevo e lui guardava mia madre e diceva 'To figgio u l'è scemmo' (nrd: in genovese 'Tuo figlio è scemo'). Ecco perché ho fatto il comico, volevo farlo ridere".

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