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Tensione Di Maio-Salvini

01 aprile 2019 | 10.45
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Il ministro del Lavoro: "Grave la frase 'qui comando io', spero smentisca". Il leader della Lega replica: "Non è il mio modo di ragionare". Poi la stoccata: "Ho detto ai miei di non rispondere, ma di lavorare"

(FOTOGRAMMA)
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"Io credo che il governo debba andare avanti. L’unica cosa che non condivido e spero che non sia vera è questa frase di Salvini che leggo su Repubblica 'qui comando io'". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, commentando i 'virgolettati' attribuiti a Matteo Salvini. "Io voglio dire una cosa chiara: qui comandano gli italiani e abbiamo sempre detto che governeremo questo Paese con umiltà e al servizio degli italiani. Se fosse vera quella frase sarebbe grave, perché uomini soli al governo li abbiamo già avuti con Renzi, con Berlusconi - ha aggiunto Di Maio -. Ne abbiamo avuti abbastanza e hanno fatto danni. Se fosse vero, sarebbe una trasformazione di Salvini, non lo riconoscerei in una frase del genere; quindi spero che la smentisca".

"Non è il mio modo di ragionare: qui comando io non esiste", replica nel pomeriggio il vicepremier e ministro dell’Interno a margine di un comizio a Como. "Comandano gli italiani, comanda il contratto, comanda la parola data. Non commento fantasiosi articoli di giornali". A chi gli chiedeva se non ci fosse rimasto male che Di Maio abbia chiesto una smentita, Salvini ha spiegato che "mi spiace che ci sia ancora qualcuno che si fida di certi giornaloni. Comunque io non ho tempo per certe polemiche, c'è tanto da fare".
"Io - continua il leader del Carroccio - bado alla sostanza e non alla forma e dico ai miei di non rispondere e di lavorare, lavorare e lavorare, anche sul tema della famiglia su cui ne ho sentite di tutti i colori. A me interessa andare fino in fondo sulle adozioni da velocizzare, sulle case famiglia su cui ci sono parecchi problemi. Vediamo di riuscire a fare tutto senza miracoli, ma vediamo di riuscirci".

A chi gli chiedeva se il Ddl Pillon fosse stato archiviato, Salvini ha spiegato che "è un buon punto di partenza, il diritto di famiglia va rivisto. L’affido condiviso oggi non è attuato, in troppi i casi i bambini perdono la madre, il padre o i nonni, forse Spadafora non lo sa o non è un problema che vive sulla sua pelle. Però è pieno di bambini che vengono usati dagli adulti per i propri litigi e non è corretto e non è giusto".

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