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Pd, Zingaretti: "Serve rivoluzione"

13 aprile 2019 | 21.43
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Il partito scosso dall'inchiesta in Umbria

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Mara Montanari

A un mese e mezzo da europee e amministrative, l'inchiesta sui dem umbri scoppia come una bomba nel pieno della campagna elettorale. Una grana non da poco per il neo segretario Nicola Zingaretti. "Ma noi - dicono i suoi - non abbiamo alcuna intenzione di stare sulla difensiva". Non il 'lanciafiamme' di cui parlò Matteo Renzi. "Una rivoluzione", dice il segretario. E "non deve essere la magistratura" a farla, "dobbiamo selezionare la nostra classe politica senza aspettare che a volte siano le procure ad accendere i riflettori".

"Il Pd deve rilanciare questo impianto culturale e di governo facendolo diventare il discrimine assoluto della sua identità. Direi una vera e propria rivoluzione", sottolinea Zingaretti. In attesa della 'rivoluzione' però, ci sono da giocare europee e amministrative. Solo in Umbria sono 63 i comuni al voto. Perugia compresa che il Pd vorrebbe riconquistare strappandola al centrodestra. Lì il candidato sindaco è Giuliano Giubilei, giornalista Tg3, che in mezzo "al terremoto" si appella al suo ruolo di outsider.

"E' un terremoto" e ora più che mai "serve un grande rinnovamento", dice all'Adnkronos, che "si deve estendere prima di tutto e in profondità anche alla politica della nostra città e della nostra regione" con "forze nuove, non contaminate dalle pratiche della vecchia politica, che provengono dalla società e di cui anch’io sono orgoglioso di essere espressione. Un ruolo che rivendico con forza, tanto più di fronte alle notizie di queste ore".

"Il Pd umbro è naturalmente scosso per quanto è avvenuto. Siamo scossi, siamo umanamente colpiti", dice Walter Verini che ieri sera Zingaretti ha nominato commissario del Pd in Umbria. Verini attualmente è presidente del partito regionale e all'ultimo congresso si era candidato (ed era stato sconfitto) proprio contro Giampiero Bocci, arrestato ieri nell'ambito dell'inchiesta sulla sanità.

Scossi ma pronti a reagire, sostiene Verini, anche perché "il fatto che abbia così tanto fatto notizia quanto è successo dimostra come in questa regione queste cose colpiscano, perché non succedono tutti i giorni. Questa non è una regione in preda al malaffare. Qui si vive meglio di altrove" ma "per guadagnarsi ancora il futuro la classe dirigente del Pd deve cambiare su molte cose, deve innovare molto di più, deve aprirsi, anche come è stato detto molte volte nel settore della sanità rompendo incrostazioni, rinnovando noi stessi".

Anche la presidente della regione umbra, Catiuscia Marini, è stata coinvolta nell'inchiesta. Rivendica la sua estraneità ai fatti. E per il momento non si tocca. Nessuna intenzione di interrompere anticipatamente il mandato. A Matteo Salvini che chiede nuove elezioni, Zingaretti ribatte così: votare in Umbria? semmai "dobbiamo tornare al voto in Italia perché questo governo non riesce a governare". E aggiunge Verini: "Noi non possiamo accettare lezioni da uno come Salvini, non può dare lezioni di etica non solo per i 49 milioni, ma perché laddove governano questi signori stanno portando tutti allo sfascio".

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