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Rinaldi, il prof euroscettico in lista con Salvini

16 aprile 2019 | 16.01
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"Se andrò a Bruxelles presenterò mozione di sfiducia per Juncker - afferma all'AdnKronos - Non possiamo permetterci di aspettare la scadenza della Commissione a novembre"

Antonio Maria Rinaldi (Foto IPA/Fotogramma)
Antonio Maria Rinaldi (Foto IPA/Fotogramma)

di Francesco Saita

"Se andrò a Bruxelles presenterò subito una mozione di sfiducia nei confronti della Commissione presieduta da Juncker, la peggiore della storia, non possiamo aspettare certo la scadenza naturale di novembre". C'è anche Antonio Maria Rinaldi, l’economista euroscettico ormai conosciuto volto televisivo, tra i nomi che Salvini vuole eletti sotto il simbolo della Lega in Ue.

Correrà alle prossime elezioni europee del 26 maggio nel collegio del Centro Italia. E non nasconde, intervistato dall'AdnKronos, che non ci saranno sconti contro burocrati e banchieri. "La nuova Commissione dovrà impegnarsi formalmente a rispettare il principio che prima ci sono i cittadini e poi tutto il resto". Rinaldi promette scintille: "Ora è da cambiare completamente il rapporto fra istituzioni europee e cittadini". Perché non dobbiamo più essere "ostaggio dei poteri dominanti che hanno perseguito solo i loro interessi".

"Noi sovranisti - spiega l'economista - siamo al servizio della comunità". Tra le cose da fare "la tutela delle nostre micro e piccole aziende e dei commercianti ormai al collasso, mentre Bruxelles si preoccupa solo delle multinazionali".

QUESTIONE EURO - Sull'euro il professore che non ha mai nascosto le sue critiche alla moneta unica dice: "La Ue deve prendere atto che l’euro deve essere una moneta che si mette al servizio dell’economia reale e non un rigido dogma, fondato su assurde regole". "La politica riprenda il suo ruolo centrale per correggere gli effetti delle crisi e non lasciare ai meccanismi automatici il governo della moneta", chiede Rinaldi.

ITALIA DA SERIE A - "Credo fermamente che gli italiani abbiano finalmente capito che a Bruxelles ci dobbiamo andare non più per subire passivamente le decisioni, ma a concorrere a determinarle anche nel nostro interesse, esattamente come fanno da sempre tutti gli altri partner", è l'obiettivo con cui si appella al voto del 26 maggio.

"E' arrivato il momento di essere considerati a pieno titolo un Paese di serie A e non perennemente come gli ultimi della classe", quindi spiega: "Abbiamo perciò bisogno che la Lega mandi in Ue una forte squadra di persone competenti e motivate".

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