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La polemica

Murgia risponde a Salvini

18 aprile 2019 | 12.46
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La scrittrice sarda, su Facebook, attacca il vicepremier che l'ha definita una radical chic

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama 'sinossi dei curriculum'". Con un lunghissimo post su Facebook Michela Murgia, scrittrice sarda che ha vinto il Premio Campiello con il suo 'Accabadora', ha voluto rispondere al ministro dell'Interno Matteo Salvini che su Twitter, ripubblicando un articolo del sito di Nicola Porro, la definiva una radical chic. "Gli 'intellettuali' radical-chic italiani non si smentiscono mai: primi al mondo per spocchia, poi si stupiscono che la gente non li voti più" si legge nel cinguettio del vicepremier.

La Murgia, definita da Porro nel suo articolo 'La nuova Boldrini', ha elencato tutto ciò che si è guadagnata nel corso della vita, facendo cadere l'ipotesi del vicepremier di essere una snob e rimarcando la sua distanza, in termini lavorativi, da Salvini stesso. A partire dal 1991, anno in cui la scrittrice ha preso il diploma, fino al 2007, anno in cui "ho vissuto delle mie parole, della fiducia degli editori e di quella dei lettori e delle lettrici" si legge su Facebook, dove la Murgia ha enumerato i lavori che ha fatto e che l'hanno portata a essere quello che è, riferendosi poi a un ministro che invece, "non facendo ancora altro mestiere che la politica, immagino che la politica le passasse uno stipendio".

"Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet, forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e di lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell’ordine e far selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l’assaggiatore alle sagre - conclude Murgia -. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera".

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