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Terremoto Siri

19 aprile 2019 | 11.13
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Il caso del sottosegretario agita la maggioranza. Il vicepremier 5S insiste: "Resti in panchina". Poi attacca la Lega: "Vuole tornare con Berlusconi? Sono sbalordito". Il leader leghista: "Crisi nella testa di Di Maio" Cosa dice il contratto di governo. L'affondo di Cantone

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il giorno dopo l'esplosione dei casi Siri e Raggi, tra i due vicepremier sono scintille. Il primo a muovere le accuse verso il partner di governo è Luigi Di Maio, che va all'attacco del Carroccio. "Anche oggi la Lega minaccia di far cadere il governo. Lo aveva già fatto con la Tav. Sembra ci siano persino contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo. Sono pieni i giornali di queste ricostruzioni e lo trovo gravissimo. Sono davvero sbalordito" scrive il vicepremier su Facebook. Quindi, rivolgendosi a Matteo Salvini, avverte: "Trovo grave che si prenda sempre la palla al balzo per minacciare di buttare via tutto. Ma dov’è il senso di responsabilità verso i cittadini? Dove è la voglia di cambiare davvero le cose, di continuare un percorso, di migliorare il Paese come abbiamo scritto nel contratto?", si chiede il vicepremier.

"L'Italia non è mica un gioco - sottolinea il capo politico dei Cinque Stelle - l'Italia siamo noi e milioni di famiglie in difficoltà che vogliono un segnale. L'Italia non è un trofeo". Immediata la replica di Salvini, che non usa mezzi termini: "Macché crisi di governo! La Lega vuole solo governare bene e a lungo nell'interesse degli Italiani, la crisi di governo è solo nella testa di Di Maio che farebbe bene a non parlare di porti aperti per gli immigrati e a controllare che il reddito di cittadinanza non finisca a furbetti, delinquenti ed ex terroristi" afferma in una nota il leader della Lega. E torna ad attaccare la sindaca di Roma, definendola "distratta". ''La Raggi mi ha chiesto aiuto per salvare Roma da degrado, turisti cafoni e incivili in genere. La circolare sulle zone rosse va in questa direzione, esattamente come alcuni strumenti nel Decreto sicurezza. Basta leggere le norme e applicarle, ma evidentemente la Raggi è distratta''.

E mentre fonti della Lega smentiscono contatti con il Cavaliere, ("Nessun contatto con Forza Italia - dicono - a differenza dei 5 Stelle che spesso sembrano andare d'accordo col Pd..."), i grillini ne approfittano per attaccare Salvini sui migranti. "Il reddito di cittadinanza ha fatto segnare un segno più all'ultimo Def. Questo giusto per ricordarlo a Salvini, che spesso si riempie la bocca di crescita e cantieri - dicono fonti M5S -. I veri problemi sono altri, come ad esempio i quasi 600mila irregolari in Italia. Ricordiamo che Salvini disse che li avrebbe rimpatriati in un mese, ma dai numeri sembra persino che Minniti abbia fatto meglio di lui. Ci auguriamo un cambio di passo".

Ma è il caso di Armando Siri, il sottosegretario leghista ai Trasporti, indagato per corruzione, a tenere ancora banco. "Trovo gravissimo che la Lega con così tanta superficialità ogni volta che gli gira minacci di far cadere il governo - evidenzia Di Maio nel suo post -. Ma poi per cosa? Per non mettere in panchina un loro sottosegretario indagato per corruzione (che potrà poi rientrare nel governo laddove, mi auguro, si risolvesse positivamente la questione) sono pronti a far saltare tutto e a tornare con Berlusconi? Questo è il valore che danno all'Italia?".

"Scusatemi, ma - sottolinea il vicepremier - è stato proprio il MoVimento 5 Stelle a bloccare i tentativi del sottosegretario leghista Siri di introdurre alcune misure diciamo un po' controverse. E anche i giornali oggi ne danno conto. Noi ce le ricordiamo: quando arrivarono sui nostri tavoli ci sembrarono strane e le bloccammo. Questo dimostra che gli anticorpi del Movimento ci sono e sono ancora forti. Senza di noi chissà cosa sarebbe accaduto".

Di Maio si schiera poi con la sindaca di Roma, Virginia Raggi, difendendola dalle accuse della Lega per la vicenda del bilancio Ama: "Abbiamo sempre agito rispettando un punto, un principio: la legalità! Siamo sempre stati coerenti su questo - dice Di Maio -. Lo abbiamo dimostrato anche recentemente a Roma. Siamo nati sulla questione morale e gli indagati per corruzione o per aver preso mazzette e tangenti no, non possiamo accettarli. Siamo entrati per cambiare le cose, non per lasciarle così come sono".

"Mi auguro - avverte - che la Lega lo abbia capito. Perché quella di ieri su Virginia Raggi è stata una vera e propria sceneggiata mediatica".

Il vicepremier riserva inoltre una stilettata al segretario del Pd, Nicola Zingaretti: "Tra l'altro, sempre ieri sera, a pochi giorni dallo scandalo sulla sanità che ha travolto il Pd in Umbria, ho avuto la fortuna di ascoltare il nuovo segretario del Pd dire che quando un politico è indagato, deve dare delle spiegazioni ai cittadini. Sono più che d'accordo, peccato però che ancora stiamo aspettando le sue di spiegazioni...".

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