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Di Maio insiste: "No alle province"

28 aprile 2019 | 10.23
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Il vicepremier: "Agli italiani non servono altre 2.500 poltrone". Poi assicura: "Troveremo la quadra"

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Luigi Di Maio non molla. E sulla questione delle province, che i grillini vogliono abolire e la Lega resuscitare tira dritto: "Questa storia delle province mi sembra assurda - scrive il vicepremier in un post su Facebook -. Io altre 2.500 poltrone in più dove i partiti possono piazzare i loro amici non le voglio. Nel progetto complessivo di governo non ha proprio senso aprire 2.500 poltrone nuove, peraltro pagate con i soldi degli italiani. È una cosa che non permetteremo. Non mi va giù".

"Ci sono territori abbandonati? È vero, purtroppo, ma non si aiutano certo rimettendo in piedi un vecchio carrozzone e tirando fuori dal cilindro altri assessori, altri consiglieri, altri presidenti. Ma per favore, non prendiamoci in giro!" aggiunge.

"Quelle 2.500 poltrone in più con il MoVimento 5 Stelle non passano - sottolinea il vicepremier -. No ad altri serbatoi clientelari, no ad altra burocrazia. Bisogna semplificare le cose, non complicarle!". Quindi aggiunge: "Già me la immagino la corsa di certe volpi a piazzare amici, amichetti e portatori di voti. Lo Stato ha l'obbligo di assicurare i suoi servizi ai cittadini. Per le tasse che pagano gli italiani le scuole dei loro bambini dovrebbero già stare in piedi ed essere pulite, non è che si può dire alle mamme 'te le metto apposto regalando altri 2500 incarichi politici'". Ad ogni modo "trovo inutile anche discuterne - scrive Di Maio -. Al governo siamo in due, le cose si fanno in due e sono sicuro che riusciremo a trovare un punto di incontro. Andiamo avanti con il cambiamento, quello vero!".

AUTONOMIA - "L'Autonomia si fa, ma secondo certi criteri e senza spaccare il Paese in due. Questo non lo permetteremo" scrive ancora su Facebook il vicepremier. "Per quanto mi riguarda le scuole pubbliche devono essere tutte uguali, così come gli ospedali. Non è che se vivi in Sicilia o in Calabria puoi essere danneggiato. Sulla salute e l'istruzione non si scherza, devono essere garantiti a tutti gli stessi diritti. Sempre. Specie se parliamo dei nostri bambini, nipoti o dei nostri nonni. E per questo controlleremo la legge riga per riga. Detto questo, l'Autonomia è nel contratto e la porteremo a casa. Senza fare però le cose in fretta. Vista la delicatezza del tema, servono calma e testa per non fare pasticci. E soprattutto servono meno slogan".

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