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Bankitalia, via libera a nomine

30 aprile 2019 | 23.18
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Il Cdm avrebbe dato l'ok ai 4 membri del direttorio, Panetta dg. Nessuna decisione su Siri. "Clima costruttivo e positivo". Ma su autonomie arriva stop M5S

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Via libera alle nomine di Bankitalia. A quanto apprende l’Adnkronos, il Consiglio dei ministri avrebbe dato l'ok alla nomina dei 4 membri del direttorio. Si tratta di Fabio Panetta, direttore generale, Daniele Franco, Alessandra Perrazzelli e Federico Signorini. Nel corso della riunione, si apprende da fonti della Lega, si è dato il via libera alle nomine "con riserve sulle nomine esterne che non valorizzano le tante risorse interne". A giorni, spiegano le stesse fonti, "sarà presentata dalla Lega una proposta di riforma di Bankitalia".

L'accordo è arrivato a ridosso della scadenza del rinnovo delle nomine, prevista per il 10 maggio. Via libera anche a Gerarda Pantalone come nuovo prefetto di Roma. Una nomina, quest'ultima, che ha riscontrato soddisfazione nella Lega.

Più in generale, nel corso del Cdm, si apprende da fonti del Carroccio, si è registrato un "clima positivo e costruttivo" all'interno del governo.

Per quanto riguarda invece la discussione sulle autonomie, le stesse fonti spiegano che nella riunione è stato fatto un "passo avanti" e che le intese sulla riforma saranno portate nel prossimo Cdm. Ma dal M5S arriva lo stop. Sul tema, a quanto apprende l'Adnkronos, la ministra per le Autonomie Erika Stefani avrebbe messo sul tavolo della riunione un dossier, giudicato precario da autorevoli fonti M5S presenti in Cdm. E anche l'annuncio di un approdo nel prossimo Consiglio dei ministri delle intese sulla riforma sarebbe stato lasciato cadere nel corso della riunione, raccontano.

''Ne ha parlato Salvini - viene spiegato - ma la sua proposta è caduta nel vuoto''. Il premier Giuseppe Conte avrebbe così proposto un tavolo ad hoc per sciogliere i nodi. Soltanto una volta trovata la quadratura, viene spiegato, la legge caldeggiata dalla Lega approderà in Cdm. Sulle autonomie, il M5S avrebbe frenato la fretta della Lega: "Le priorità sono altre, come il salario minimo e il taglio degli stipendi dei parlamentari'', viene rimarcato.

Nessuna decisione, invece, sulla vicenda di Armando Siri, il sottosegretario leghista ai Trasporti, indagato per corruzione. La vicenda non sarebbe stata nemmeno sfiorata nel corso della riunione.

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