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Salvini sfida Conte

03 maggio 2019 | 10.55
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Il vicepremier su Siri: "Non ho tempo per beghe e polemiche". E incalza: "Il premier mi sfidi su flat tax, non esiste che si dica c'è tempo"

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Il day after l'intenzione annunciata dal premier Conte di voler revocare l'incarico del sottosegretario Armano Siri, la tensione nel governo è palpabile. "Non ho tempo per beghe e polemiche, chiedetelo a Conte" dice da Fidenza il vicepremier Matteo Salvini, rispondendo a chi gli chiede un commento sulla vicenda.

"Mi occupo di tasse, sicurezza, droga, immigrazione lavoro - sottolinea - non ho tempo da perdere. Parlo a nome mio e della Lega e la gente mi chiede meno tasse, più sicurezza, meno droga, più telecamere. Non ho tempo da perdere, non commento nulla, lavoro. Qualcuno ha tempo da perdere polemizzando su altro, non sono io".

Quindi incalza: Conte, dice, "mi sfidi sulle tasse, sfidiamoci sulle tasse, su qualcosa che interessa agli italiani, non sulla fantasia". "La flat tax - ribadisce il vicepremier - è un'emergenza nazionale, è un diritto, e quindi non esistono parlamentari o ministri che dicono c'è tempo per ridurre le tasse. Il Consiglio dei ministri adesso si deve occupare di riduzione delle tasse. Ieri sono stato con il presidente del Consiglio ungherese a lezione di riduzione fiscale, cosa che vorrei fosse realtà anche in Italia, invece vedo che qualcuno ha tempo da perdere polemizzando su altro, non sono io". Tagliare le tasse, rimarca Salvini, "è un'emergenza di questo Paese e di questo momento. Ogni giorno perso è un giorno che non torna più".

MIGRANTI - Nel corso del comizio a Fidenza, Salvini ne approfitta poi per replicare alle polemiche sollevate dalla Caritas per il taglio della quota giornaliera affidata per la gestione degli immigrati. "Se siete generosi accogliete con meno soldi. O accogliete per far quattrini?" attacca. Reduce della missione in Ungheria, Salvini spiega che Orban col muro "ha ottenuto il risultato, adesso in Ungheria gli ingressi illegali sono pochissimi. L'integrazione è possibile solo se i numeri sono sotto controllo, lo dico anche al Santo Padre che parla sempre di porti aperti, avanti tutti". "L'integrazione è possibile - osserva - se i numeri sono sotto controllo. Se ne arrivano 100-200mila all'anno con i barchini e con i barconi è il caos e io non voglio il caos e penso che neanche il Santo Padre voglia il caos".

TAV - Nel comizio c'è spazio anche per il capitolo Tav: "Noi siamo a favore di tutte le nuove ferrovie, Tav, autostrade. Con i no non si va avanti, c'è bisogno di lavorare di più e di viaggiare meglio" spiega Salvini, approfittando del passaggio di un treno.

PROVINCE - Quanto alle polemiche sulle province, "le ha già disastrate Renzi - puntualizza Salvini - facendo spendere più soldi agli italiani e togliendo dei servizi. Quindi stiamo a metà del guado, bisogna decidere se andare avanti o tornare indietro, però l'emergenza è ridurre le tasse e bloccare gli spacciatori di morte, tutto il resto viene dopo".

DROGA - E proprio per arginare il problema della droga, "abbiamo presentato in Parlamento una proposta di legge che prevede la galera certa, la custodia cautelare immediata per chiunque venga preso con qualunque quantità di droga - fa notare il vicepremier -. Siccome leggevo che invece per i Cinquestelle bisognerebbe legalizzare qualche droga, lo Stato dovrebbe diventare spacciatore, su questo abbiamo una visione dell'Italia completamente diversa. Io da ministro dell'Interno e da papà non voglio lo Stato spacciatore, voglio gli spacciatori in galera, vedremo il Parlamento cosa sceglie".

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