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Ipotesi vendita immobile occupato da CasaPound

05 maggio 2019 | 15.27
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Potrebbe rientrare nel piano di dismissioni del governo messo nero su bianco nel Def con l'obiettivo di tirare su quasi un miliardo di euro. E anche lo stadio San Paolo di Napoli potrebbe diventare privato

Immagine d'archivio (IPA/Fotogramma)
Immagine d'archivio (IPA/Fotogramma)

di Ileana Sciarra
L'immobile occupato da CasaPound a Roma potrebbe rientrare nel piano di dismissioni del governo, quello messo nero su bianco nel Def con l'obiettivo di tirar su quasi un miliardo di euro. Lo stabile di via Napoleone III, nel quartiere Esquilino - occupato dal dicembre 2003 - a quanto apprende l'Adnkronos rientrerebbe infatti tra gli immobili che potrebbe finire sul mercato per rinfrancare le casse dello Stato. "Per me quel che conta è innanzitutto sgomberarlo - dice, sentita dall'AdnKronos, la viceministra al Mef Laura Castelli - per poter decidere se inserirlo nell'elenco delle dismissioni o metterlo a reddito con un'attività per i cittadini e per il territorio".

Il Palazzo, che in epoca fascista ospitava l'ente per l'istruzione media e superiore, è di proprietà del Demanio, dunque del Mef. Il piano di dismissioni è stato affidato all'Invimit, società di gestione del risparmio di Via XX Settembre, che sta lavorando a un prodotto finanziario diversificato, segnando la differenza rispetto a un passato in cui le dismissioni avvenivano per via della cartolarizzazione. Obiettivo è creare un ventaglio di beni variegato che offra un buon rating sul mercato. E l'immobile occupato da Casapound potrebbe rientrare nel 'pacchetto'.

E anche lo stadio San Paolo di Napoli, teatro delle memorabili imprese di Diego Armando Maradona, potrebbe diventare privato, uno 'stadium' sul modello di quello della Juventus, che è proprietà del club bianconero, apprende ancora l'Adnkronos.

Lo Stadio San Paolo non è tra i beni del Demanio, non è dunque riconducibile al Mef, ma appartiere al Comune di Napoli. E' in corso un confronto tra governo ed enti locali con l'obiettivo di selezionare stabili da destinare alla vendita o a maggiore redditività. Una sinergia - affidata sempre all'Invimit - per aiutare le città, soprattutto quelle con i conti in rosso, a contribuire a recuperare risorse per l'Erario. Da qui, a quanto si apprende, si sarebbe aperto un dialogo che avrebbe portato il Comune di Napoli a mettere sul piatto lo stadio cittadino. Ma siamo solo al principio, perché l'Invimit starebbe lavorando a un prodotto finanziario diversificato, segnando la differenza rispetto a un passato in cui le dismissioni avvenivano per via della cartolarizzazione. Obiettivo è creare un ventaglio di beni variegato che offra un buon rating sul mercato. E lo stadio San Paolo potrebbe rientrare in questo progetto.

Nessun commento da parte del Napoli calcio all'ipotesi che lo stadio possa finire sul mercato: interpellato dall'AdnKronos, il portavoce della società calcistica non nasconde il proprio scetticismo limitandosi a rispondere: "Non commentiamo ipotesi".

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