"I valori che Primo Levi ha vissuto e trasmesso, specialmente la necessità di non dimenticare ciò che è avvenuto negli anni della Seconda Guerra Mondiale come tragica conseguenza del disprezzo dei diritti di ogni persona, costituiscono la base fondamentale per una società pacificata"
"I valori che Primo Levi ha vissuto e trasmesso, specialmente la necessità di non dimenticare ciò che è avvenuto negli anni della Seconda Guerra Mondiale come tragica conseguenza del disprezzo dei diritti di ogni persona, costituiscono la base fondamentale per una società pacificata e una rispettosa convivenza sociale". Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio indirizzato al direttore editoriale del Salone del Libro, Nicola Lagioia, nel giorno in cui si è aperta la kermesse.
"Il Salone - sottolinea il capo dello Stato - si caratterizza quest'anno per le numerose iniziative dedicate alle figura e all'opera di Primo Levi. Figura complessa di uomo e scrittore sopravvissuto ad Auschwitz - prosegue - la forza della sua lezione ha superato i confini nazionali per diventare il simbolo di una sofferenza universale. Ebreo e partigiano, internato nel campo di concentramento di Carpi-Fossoli nel 1944, deportato ad Auschwitz e liberato nel 1945, Levi ha saputo indagare la sua esperienza di vita e insieme, per la sua capacità di esplorazione, gli abissi della natura del male".
"Consapevole del significato storico e antropologico della tragica esperienza dei campi di concentramento, Primo Levi, nella sua intensa attività di testimonianza umana e culturale, ha proposto alla coscienza comune ideali di comprensione e di tolleranza fra gli uomini e i popoli", conclude Mattarella.