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Il j'accuse di Di Maio

17 maggio 2019 | 21.43
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Il leader M5S: "Qualcuno prova a sabotare il decreto famiglia, non ci sto". E sottolinea: "Sulle famiglie si regge il futuro di questo governo". A Salvini dice: "Già avuto uomini soli al comando"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Io lo dico forte e chiaro: sulle famiglie si regge il futuro di questo governo". E' "l'ultimo avviso" che Luigi Di Maio lancia, su Facebook, verso chi "prova a sabotare" il decreto sugli aiuti alle famiglie per calcoli elettorali. "Posso passare sopra a tutto. Davvero sopra a tutto. Ci si può piccare per qualcosa e si può discutere. Possiamo essere in disaccordo su alcuni punti e si trova un punto di equilibrio. Funziona così quando si governa in due", scrive il vicepremier su Facebook.

"Questo vale per l'Autonomia. Ci sediamo e ragioniamo. Vale per il salario minimo, che noi vogliamo fissare ad almeno 9 euro lordi l'ora. Ci sediamo e ragioniamo. Voglio dire, ci siamo persino seduti al tavolo quando bisognava allontanare Siri, indagato per corruzione. Il presidente Conte lo ha ascoltato per ore, poi ha preso una decisione. C’è una cosa però su cui non transigo. Una su cui non voglio discutere. Sono gli aiuti alle famiglie!", ammonisce Di Maio.

"In queste ore qualcuno sta provando a sabotare il decreto che abbiamo preparato insieme al Forum delle Famiglie solo per creare dei problemi al sottoscritto e al MoVimento 5 Stelle. Con la paura che possa passare per una nostra misura e quindi - nella ottusa e calcolatrice testa di qualcuno - come un nostro successo in vista delle europee, si sta facendo di tutto per rallentarlo. Io lo dico forte e chiaro: sulle famiglie si regge il futuro di questo governo", scandisce il leader del M5S.

"Mi prendo anche gli attacchi e gli insulti senza piagnucolare come fa qualcun altro, ma se qualcuno blocca un provvedimento che punta a stanziare un primo miliardo per le famiglie solo per il gusto di aggredire il MoVimento 5 Stelle no, non ci sto!", sottolinea Di Maio.

"Il nostro progetto è semplice: riorganizzare la materia degli aiuti, semplificarla ed arrivare a dare un assegno unico mensile ad ogni nucleo familiare per sostenere il futuro dei propri figli. Non vedo cosa ci sia di sbagliato! Capisco l’imbarazzo di doversene inventare sempre una per coprire i propri scandali di corruzione e gli arresti subiti in questi giorni per mazzette e tangenti, ma c’è un limite a tutto", incalza.

"Altro che ordini e contrordini. L'ultimo avviso lo do io stavolta: sul decreto Famiglie non facciamo passi indietro. Se ci sono suggerimenti sono ben accetti. Non tiriamo nemmeno la corda sui tempi o sulla forma, noi facciamo le cose per farle bene, non per vendercele in campagna elettorale. Può andare a questo o al prossimo consiglio dei ministri dopo le europee. L’importante è fare le cose, non sabotarle!" sottolinea Di Maio.

Intanto la Ragioneria generale dello Stato gela il ministro del Lavoro Luigi Di Maio: non ci sono le coperture per le misure in favore della famiglia promosse dal leader pentastellato. E' quanto emerge dal parere della Rgs, che l'Adnkronos ha potuto visionare, sullo schema del provvedimento che istituisce un fondo per le politiche per la natalità da finanziare con i risparmi del reddito di cittadinanza. Ma il ministro non ci sta. "Non esistono problemi di copertura per il fondo previsto dal decreto legge per la famiglia. La norma garantirà la possibilità di accumulare tutte le risorse che non verranno richieste dai potenziali percettori del reddito", assicura il capo politico del M5S. "Il meccanismo di accertamento prevederà un controllo trimestrale - aggiunge - che consentirà alle risorse eventualmente accumulate di confluire all'interno del fondo. Il primo accertamento pertanto sarà determinato già prima della conversione del decreto". È necessario chiarire, incalza Di Maio in una nota "che i primi risparmi sono stati, di fatto, già accertati dall'Inps, dal momento che nei primi due mesi sono già determinate le somme non erogate dai percettori. L'attivazione del fondo consentirà l'erogazione delle somme destinate alla famiglia prima del 2020 direttamente dall'Inps, una volta determinato l'ammontare, in quanto ente titolato all'erogazione materiale dell'assegno alla famiglia". Ma l'esame della Ragioneria mette in luce le criticità nelle coperture del dl Famiglia. Dal punto di vista "tecnico-contabile l'utilizzo delle risorse, una volta affluite nell'istituendo fondo, deve avvenire con pagamenti entro l'anno di competenza dell'originario stanziamento di bilancio, altrimenti se utilizzati in anni successivi comporterebbero nuovi e maggiori oneri in termini di fabbisogno e di indebitamento dello da compensare sui saldi di finanza pubblica", si legge nel parere della Rgs. La ragioneria mette in guardia anche verso l'entità dei risparmi in arrivo dal Reddito di cittadinanza, che saranno chiari solo a fine anno. Si segnala inoltre, si aggiunge, che "l'accertamento di eventuali, minori oneri, aventi carattere pluriennale, rispetto agli oneri originariamente previsti, potrà essere attivato solo all'approssimarsi della fine dell'anno, considerato che potrebbero pervenire ulteriori richieste da parte dei potenziali beneficiari del reddito, al momento non prevedibili atteso che l'acquisizione delle menzionate domande è iniziata solo da circa due mesi". Conseguentemente, scrive la Rgs, per la definizione della platea dei beneficiari e dei criteri di utilizzo delle risorse del Fondo per la famiglia "potrebbe delinearsi per l'anno corrente la situazione in cui non sussistano i tempi necessari per l'attribuzione delle risorse in parola al fondo nonché alle operazioni di impegno e pagamento effettivo delle medesime entro l'anno". La tempistica inoltre "risulterebbe ulteriormente aggravata nel caso in cui le risorse del Fondo per il reddito di cittadinanza oggetto dei risparmi di spesa, siano già state versate da parte del ministero del Lavoro al conto di tesoreria centrale intestato all'Inps", sottolinea la Ragioneria generale "con i medesimi effetti negativi sui conti pubblici in caso di utilizzo dei fondi negli anni successivi a quelli di iscrizione in bilancio".

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