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L'invito di Giorgia

27 maggio 2019 | 21.11
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Meloni: "Se Ppe con Pse Berlusconi venga nei Conservatori"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Legittimato dal voto europeo, l'asse sovranista Lega-Fdi va avanti per la sua strada. Ne è convinta Giorgia Meloni, forte del quasi 6 per cento incassato ieri. L'ex ministra ci crede nel progetto di un nuovo contenitore politico alleato con Matteo Salvini, che coinvolge sovranisti e conservatori come Raffaele Fitto, che con le sue 90mila preferenze al Sud ha portato in dote a Fdi quasi l'1 per cento di voti. Meloni vuole portarsi con sé anche Giovanni Toti, rappresentante l'ala moderata forzista delusa da Forza Italia e filoleghista e avverte Silvio Berlusconi: ''Un'altra maggioranza c'è, anche senza Forza Italia". Poi corregge un po' il tiro: ''Non ho detto che Fi non è importante, ho detto che c'è una maggioranza senza Fi, e non che voglio escluderla... Ma - mette in guardia - alcune questioni vanno chiarite: il Ppe di cui Fi fa parte parla di una maggioranza con socialisti, Macron, Verdi: vuol dire prendere voti dal centrodestra per portarli ad un'alleanza con il centrosinistra. Su questo mi aspetterei che Fi dicesse 'non ci stiamo, non siamo disponibili'". Quindi "nel caso in cui il Ppe dovesse allearsi con il Pse, Berlusconi dovrebbe dare un segnale di chiarezza. Per esempio, potrebbe lasciare i Popolari e venire da noi nei Conservatori" dice ospite di ‘Porta a porta’ dove ribadisce: insieme alla Lega "abbiamo già più del 40% e con questa legge elettorale con il 40% hai la maggioranza. Non c’è spazio per giochi di palazzo".

Fdi, insomma, tira dritto, ma ci sono alcune 'variabili' e incognite sul percorso che Meloni immagina per il suo futuro in un nuovo centrodestra. L'incognita più grande è trovare il modo di stringere l'alleanza Toti senza penalizzare i valori liberali e moderati di cui il governatore ligure si fa portatore. ''Toti l'ho sentito, il nostro percorso politico va avanti", assicura Meloni davanti a stampa e tv, ma c'è chi teme che Fdi possa bruciare il rapporto con il presidente della Regione Liguria che può consentirgli quel salto di qualità necessario per darsi una prospettiva più nazionale, aprendo al mondo centrista. "Giorgia attenta a non fare passi falsi, tieniti stretto Toti, niente fughe in avanti", è il consiglio-monito di un big centrista che sin dal primo momento fa il tifo per una sorta di 'mini Pdl' con un potenziale di 10 punti percentuali, ovvero, una casa comune di sovranisti e conservatori, aperta alla società civile e che guardi al centro, alternativa a Pd e M5S.

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