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Sblocca cantieri, c'è l'accordo

04 giugno 2019 | 12.32
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Mercoledì il dl in Aula al Senato: sull'emendamento Lega - stop di due anni al codice degli appalti - il testo prevede la sospensione di alcune parti del codice e la modifica di altre. Garantite soglie già in vigore per i subappalti e salvaguardati obblighi di sicurezza per le imprese

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Movimento 5 Stelle e Lega hanno trovato l'accordo sul dl sblocca cantieri. E' quanto rendono noto fonti del governo. Un'intesa che segue la telefonata chiarificatrice tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Da mercoledì il provvedimento sarà votato in Aula al Senato, a partire dalle 9:30 ma il voto ci sarà giovedì mattina, second quanto si è appreso al termine della conferenza dei capigruppo del Senato.

Relativamente all'emendamento della Lega, sullo stop di due anni al codice degli appalti, si apprende che il testo prevede la sospensione di alcune parti del codice stesso e la modifica di altre, tenendo conto dei lavori delle commissioni di merito. L'intesa, quindi, non prevede la sospensione del codice.

Di soddisfazione per l'accordo trovato sul decreto parlano i capigruppo al Senato, Massimiliano Romeo e Stefano Patuanelli: "Dopo esserci confrontati anche con i relatori, proporremo al Senato, tra le altre cose, quanto già concordato in sede di commissione, vale a dire un emendamento che prevede la sospensione di alcuni punti rilevanti del codice degli appalti per due anni, in attesa di una nuova definizione delle regole per liberare da inutile burocrazia le imprese".

LEGA-M5S - "Al contempo - sottolineano i due capigruppo di Lega e M5S - sarà garantito il rispetto delle norme e del lavoro già fatto nelle commissioni parlamentari sull'argomento. In particolare saranno anche garantite le soglie già in vigore per i subappalti e salvaguardati gli obblighi di sicurezza per le imprese. Abbiamo svolto un normale lavoro parlamentare che porteremo come maggioranza in commissione e poi in Aula al Senato".

DI MAIO - "Sono contento che i gruppi parlamentari stiamo lavorando e abbiano raggiunto un accordo" perché, "alla fine, si sospenderanno dal codice degli appalti le tre norme su cui siamo sempre stati d'accordo e che ci consentiranno di creare un Paese sempre più efficiente e con meno scartoffie che hanno rallentato l'economia del Paese senza sacrificare né la legalità né i controlli" ha detto Di Maio. "Sono contento che non ci sia stato un intervento di sospensione sulle norme di sicurezza sul lavoro perché dobbiamo fare di più sul tema e non togliere garanzie".

LA TELEFONATA - Insomma, con la telefonata tra vicepremier, nelle ore più buie del governo Conte, sembra tornare un po' di ottimismo sul futuro dell'esecutivo gialloverde: sarebbe stato Di Maio a prendere l'iniziativa, sentendo il leader della Lega, a quanto apprende l'AdnKronos. Una telefonata, la sua, che secondo i beninformati era attesa dal responsabile del Viminale per seppellire l'ascia di guerra. Secondo fonti leghiste, i toni tra i due sarebbero stati "cordiali" all'interno di un colloquio "molto costruttivo".

L'INCONTRO - Nonostante le difficoltà, insomma, lo scambio tra i due avrebbe riportato un po' di sereno. E non è escluso, a questo punto, che un incontro potrebbe tenersi a breve, tra giovedì sera e venerdì, a ridosso del Consiglio dei ministri. Conte, in partenza per il Vietnam, ha valutato "positivamente il fatto che dopo la conferenza stampa" i due leader delle "forze di maggioranza siano tornati a parlarsi". Il ritorno al dialogo "è una buona premessa - ha reso noto Palazzo Chigi - proprio come auspicato nel discorso di Conte, per procedere nella giusta direzione".

CONFINDUSTRIA - Viale dell'Astronomia esprime "preoccupazione" riguardo all'emendamento, presentato nell'ambito dell'iter di conversione del decreto, "che mira a eliminare la colpa grave e, quindi, la conseguente responsabilità erariale a carico dei funzionari pubblici che firmino la revoca dei contratti di concessione autostradale" si legge in una nota di Confindustria.

"Si tratta di una norma irragionevole che modificherebbe, nei fatti, i contratti in essere tra lo Stato e le società concessionarie con l'effetto di aumentare fortemente la percezione di inaffidabilità del nostro Paese per investitori e imprenditori generando conseguenze gravi per l'intero sistema produttivo. Per queste ragioni - si legge - Confindustria confida che l'emendamento sia al più presto cancellato e che si abbandoni ogni ipotesi analoga".

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