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Pace fatta

07 giugno 2019 | 07.26
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A Palazzo Chigi l'atteso faccia a faccia tra Di Maio e Salvini dopo 'l'ultimatum' del presidente del Consiglio

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Vertice no, anzi sì. Sì e svolto ieri a Palazzo Chigi l'atteso faccia a faccia tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini che ha segnato il disgelo tra i due vicepremier dopo 'l'ultimatum' del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un incontro, "utile, positivo e cordiale", durato circa un'ora, su cui, fino all'ultimo, è stato mantenuto il massimo riserbo, con il leader della Lega che ha depistato i cronisti, assicurando, lasciando l'abitazione romana, che nessun vertice era in programma e di essere diretto al Viminale. La sua auto, invece, ha imboccato la strada per Palazzo Chigi, entrando nella sede del governo da Piazza del Parlamento. Ad attenderlo l'altro vicepremier, che aveva ritardato il viaggio a Campobasso, dove era atteso per un comizio alle 17. Salvini, lasciando dopo circa un'ora Palazzo Chigi, si è fermato per un breve scambio con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che lo ha accompagnato nel cortile prima che il ministro salisse a bordo della sua auto.

Nella nota congiunta M5S-Lega seguita all'incontro si spiega che il colloquio è servito per fare il punto sulle priorità da realizzare in tempi brevi e per riavviare un dialogo costruttivo con l’Europa che rimetta al centro “dopo anni di governi passivi gli italiani”. Per Di Maio e Salvini “il governo deve andare avanti” e "i maggiori incassi dell’Irpef e dell'Iva quasi dell’8 per cento e la diminuzione della disoccupazione rispetto al 2018 nei primi quattro mesi di quest’anno ci dicono che siamo sulla buona strada”. Tra gli obiettivi da realizzare per il governo giallo-verde "l’abbassamento delle tasse", argomento che i due vicepremier considerano "prioritario per il rilancio del Paese. Servono misure straordinarie e nessun aumento delle tasse per lo sviluppo dell’economia".

Poi Di Maio, a margine di un comizio a Campobasso, ha rimarcato che "se si deve andare avanti al governo è per battagliare non per vivacchiare. Abbiamo di fronte quattro anni per fare cose importanti, ma deve esser chiaro che le dobbiamo realizzare". In serata Salvini è tornato sull'incontro: "Abbiamo parlato francamente dopo settimane di attacchi anche reciproci, si è sbagliato da entrambi i lati, poi gli italiani hanno votato". "Ci si guarda negli occhi, il Paese ha bisogno di un governo serio, stabile che faccia cose, abbiamo già tanti avversari dentro e fuori che se si litiga abbiamo perso - ha detto il vicepremier - Ho trovato una persona che ha voglia di unirsi in questo confronto, in questi giorni segnali positivi ci sono stati".

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