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Simulazione di voto agita gli azzurri

12 giugno 2019 | 20.12
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Lega-Fdi autosufficienti nei collegi. Al Sud Berlusconi resta decisivo ma cresce il timore: se Salvini stringe intese con mister preferenze?

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

di Vittorio Amato

C'è una simulazione elettorale che circola in questi giorni in Transatlantico, a Montecitorio. Agita big e peones di Forza Italia, già disorientati dalla mancanza di una linea politica chiara dopo il deludente 8,9% alle europee. E' basata sul 'Rosatellum' e ridistribuisce i collegi uninominali secondo il nuovo scenario emerso dalla elezioni del 26 maggio e dagli ultimi ballottaggi alle amministrative. L'analisi, visionata dall'Adnkronos, conferma che oltre il 50% degli attuali voti azzurri sono tutti al Sud. Ma anche questo 'tesoretto' potrebbe essere bruciato, tutto a vantaggio della Lega, senza chiarire la linea politica nei confronti dell'alleato Matteo Salvini, deciso a portare avanti la strategia dei due forni (nello stesso tempo in coalizione con il Cav ma socio di Luigi Di Maio per palazzo Chigi).

Due le ipotesi prese in considerazione dalla simulazione. La prima, chiamata 'A', vede il centrodestra in campo secondo la vecchia formula (Lega Fdi e Fi) contro M5S e la sinistra (Pd 'La sinistra' e '+Europa' di Emma Bonino). La seconda ('B'), invece, prospetta la corsa solitaria di Fi mentre il Carroccio va in accoppiata con Fdi nella sfida a Pd e Cinque stelle. L'opzione che preoccupa è proprio quest'ultima, perché l'asse Salvini-Meloni avanza e succhia consensi sul lato destro. La simulazione dimostra che Lega e Fdi sarebbero autosufficienti per vincere quasi tutti i collegi, tranne quelli al Sud e in Toscana, dove Forza Italia risulterebbe ancora indispensabile.

Percentuali alla mano, in sostanza, il partito di Silvio Berlusconi, potrebbe ancora risultare determinante per strappare ai Cinque stelle seggi chiave in Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Ora però il timore è che la politica dei due forni leghista possa far crollare quel che è rimasto ancora in piedi. In tanti si chiedono, infatti, cosa succederebbe se Salvini decidesse di non fare nessun accordo nazionale con Berlusconi, preferendo stringere alleanze locali, come va sbandierando ogni giorno in tv, magari trattando direttamente con i mister preferenze azzurri, capaci di portare in dote consistenti pacchetti di consensi sul territorio.

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